Le trattative tra Israele e Hamas per il rilascio degli ostaggi continuano a incontrare ostacoli significativi. Israele ha presentato una lista di 34 nomi per un possibile scambio, comprendente donne, bambini, anziani e persone malate. Tuttavia, Hamas ha dichiarato di non avere informazioni su alcuni degli individui elencati, sostenendo che potrebbero essere detenuti da altre fazioni o addirittura deceduti.
In risposta, l'ufficio del Primo Ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha accusato Hamas di ostacolare i negoziati, sottolineando la mancanza di trasparenza riguardo alle condizioni di salute degli ostaggi. Israele insiste sul rilascio di 34 persone vive, mentre Hamas propone la liberazione di 22 ostaggi vivi e la restituzione dei corpi di altre 12 persone decedute durante la prigionia.
La situazione è ulteriormente complicata dal fatto che Hamas considera undici degli ostaggi richiesti da Israele come soldati, rifiutandosi pertanto di includerli nell'accordo di scambio. Questa divergenza ha portato a uno stallo nelle trattative, con entrambe le parti che si accusano reciprocamente di ritardare il processo.
Nel frattempo, le famiglie degli ostaggi continuano a vivere nell'angoscia, attendendo notizie dei propri cari. La comunità internazionale osserva con crescente preoccupazione, auspicando una risoluzione rapida e pacifica di questa crisi umanitaria.