“Nella mia qualità di consigliere comunale e, quindi, di rappresentante dell'intera collettività, ritengo doveroso intervenire sulla delicata questione attinente alla "gara per la mensa scolastica”, sollecitando chi di dovere, ancora una volta, a dare celere riscontro alla richiesta avanzata dall'opposizione in merito alla convocazione del consiglio comunale per discutere di tutte le problematiche ad essa connesse”.
Così Vincenzo Sguera, consigliere comunale di 'Benevento Popolare'.
“Dal punto di vista giuridico, non v'è dubbio che la procedura che l'amministrazione intende seguire per l'aggiudicazione dell'affidamento del servizio di ristorazione scolastica per il periodo 1.10.16 -31.1.17 si discosta dalla normativa regolante la materia.
Ed infatti , il ricorso alla procedura di aggiudicazione della gara al prezzo più basso rispetto a quello stabilito per ogni singolo pasto collide con quanto previsto dall'art. 95, comma 3, del D.lvo 50/16, ovvero il nuovo Codice dei contratti pubblici, che, con riferimento ai contratti relativi ai servizi sociali e di ristorazione ospedaliera, assistenziale e scolastica, espressamente prevede l'aggiudicazione esclusivamente sulla base del criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa.
Né, invero, nel caso di specie, può trovare ingresso il comma 4 dello stesso articolo, che, in deroga al citato comma 3, in casi particolari e, comunque, previa adeguata motivazione, prevede “l'utilizzo del criterio del minor prezzo", atteso che negli atti amministrativi in esame manca un'idonea giustificazione.
E ciò a non considerare le vicende giudiziarie scaturite dalla procedura e che riguardano tanto il provvedimento emesso dal Tar Campania, che ha ordinato all'Ente di invitare alla gara anche la “Cooperativa Quadrelle 2001”, precedentemente esclusa, quanto la diffida formalizzata da altre due società anch'esse escluse dal bando.
Tanto premesso, a mio avviso, neppure appare condivisibile il “suggerimento” del Sindaco di Benevento, il quale, al fine di trovare una soluzione di immediata applicazione, ritiene di poter mutuare un provvedimento emesso dal Tribunale di Torino, con il quale viene consentito all'utenza di consumare il pasto “portato da casa”ovvero dei semplici "panini".
Tale proposta, infatti, oltre ad essere poco chiara riguardo all'applicabilità giuridica, sarebbe, a ben vedere, in contrasto con le finalità delle “linee di indirizzo nazionale per la ristorazione scolastica” che promuovono convintamente abitudini ad una alimentazione corretta e curano il momento della condivisione del pasto quale occasione per educare e promuovere la salute, coinvolgendo non solo i bambini, ma anche docenti e genitori.
Inoltre, pure non vanno tralasciate le problematiche connesse alla pratica applicazione di tale soluzione. La scuola, in ogni caso, dovrebbe essere adeguatamente attrezzata al fine di gestire tale autonoma forma di ristorazione che non resterebbe priva di rischi.
Ed allora, appare opportuna la convocazione immediata di un Consiglio Comunale, magari in seduta aperta ai sensi dell'art. 11 dello Statuto, per discutere riguardo a tali problematiche alla presenza dei sindacati – impegnati a tutelare i posti di lavoro dei dipendenti - e dei comitati dei genitori, stante la particolare importanza del caso da trattare.
Possibilmente, “al netto” di Avvocati -esterni ed estranei all'Ente- che esprimono pareri poco obiettivi, poiché non liberi da assoggettamenti politici ovvero di altra natura!”.
Redazione Bn