Visibilmente stanco dopo la notte che lo ha nuovamente catapultato alla ribalta politica nazionale, Clemente Mastella commenta con serenità l'esito del ballottaggio che lo ha consacrato come fascia tricolore a Benevento, traendone come un pendolo conseguenze oscillanti ora sul piano nazionale ora locale.
L'ex ministro si concede – testualmente – un pernacchio rivolto a Matteo Salvini, mette in guardia il premier Renzi dai rischi dell'Italicum, crede in un laboratorio politico che metta al centro...il centro, si fa megafono di uno guizzo di reni del Mezzogiorno, sfiorando una curiosa aderenza con l'onda arancione di De Magistris.
Ma c'è una città da amministrare, a cominciare dal post alluvione e dalla questione mensa. Sulla giunta, il sindaco lascia intendere di voler premiare soprattutto la pattuglia dei propri candidati, senza precludere a possibili ingressi tecnici soprattutto per quanto attiene il bilancio e la programmazione economica: deleghe spinose perché si teme che scandagliare i conti di palazzo Mosti sia un po' come dover pescare la carta degli “imprevisti” al Monopoli.
Sullo sfondo resta il tema della liberazione dalla cappa del PD, Mastella si augura dalla Procura della Repubblica accertamenti su presunti episodi di compravendita dei voti davanti ai seggi, ma i colpi più pesanti all'indirizzo degli avversari li scagliano Giuseppe De Mita e soprattutto Nunzia De Girolamo. La parlamentare di Forza Italia bolla la debacle di Del Vecchio come una sconfitta di Del Basso De Caro, invita Mastella a non ri-accogliere eventualmente il transfuga Francesco De Pierro e non nasconde la soddisfazione per il flop dell'ex uomo di destra Roberto Capezzone e il mancato scatto di seggio per Raffaele Tibaldi, suo ex candidato alla precedente tornata elettorale.
Mastella è però tranchant sui costituendi rapporti istituzionali: “Mi incontrerò a breve con tutte le principali cariche eccetto Claudio Ricci, cui non riconosco la titolarità della Presidenza della Provincia”, dichiara il primo cittadino beneventano che rincara la dose anche sul sottosegretario Del Basso De Caro, affermando di non aver “bisogno di utilizzare la sua mediazione per confrontarsi con il Governo, avendo già la stima di tanti esponenti dell'esecutivo” .
a cura di Andrea Caruso