Una stagione dai tanti volti, aperta con Massimo Rastelli, esonerato dopo appena due turni di campionato, recuperata in breve tempo con Michele Pazienza prima di una flessione probabilmente determinata dallo sprint per recuperare i passi falsi iniziali e nuovamente rigenerata con il secondo posto verso i playoff, chiusi con tanto amaro in bocca dall'Avellino e dall'ambiente irpino. Al "Menti" è calato il sipario su un campionato che per aspetti ha visto il club rilanciarsi, per altri meno, in primis per quello dell'obiettivo primario, posto dalla proprietà nell'estate 2023, ovvero quello della promozione in Serie B.
Il -6 dalla vetta dopo due turni già spartiacque
L'Avellino giocherà in Serie C anche nell'annata sportiva 2024/2025 ed è già chiamato a definire il futuro. Nel post-gara del "Menti" Pazienza è stato, come sempre, molto chiaro nel presentare lo scenario. Tra alcuni giorni è immaginabile il primo confronto tra le parti per quanto prodotto, quanto mancato e quanto poteva essere e non è stato riassumendo le posizioni. Ma un dato è certo: l'Avellino ha iniziato la stagione appena conclusa con un -6 dalla vetta, garantito dalle prime due sconfitte in campionato e che ha, di fatto, posto un macigno sul sogno della promozione diretta, vissuto con il tecnico di San Severo, abile nel far ripartire il gruppo biancoverde dopo lo choc iniziale. L'attuale format della Serie C nega sbavature. Il rischio, vissuto pienamente dai lupi, è quello di ritrovarsi poi nell'enigma playoff che pone per le seconde in classifica un ampio intervallo, più un rebus che un vantaggio, tra la fine della regular season e l'ingresso negli spareggi promozione.
Fattore "Partenio-Lombardi" troppo tardi
Nel percorso con Pazienza, legato all'Avellino da un contratto con scadenza 30 giugno 2025, c'è l'incredibile rilancio firmato nelle prime settimane, in particolar modo in trasferta e suggellato dalla vittoria ottenuta a Catania, prima di un calo, forse motivato dallo sprint iniziale, e da un blackout di vittorie casalinghe, durato tanto e troppo. Le sconfitte interne con Sorrento e ACR Messina hanno posto la parola fine sulla corsa al primo posto, già rallentata dal pari con la Juve Stabia: un 2-2 timbrato dall'ex Daniele Mignanelli che ha negato il vero assalto alla capolista e spezzato ritmo e sogni. All'interno di questa fase c'è anche una sessione di mercato che ha modificato e non poco la rosa e che è stata smaltita dopo diverse settimane dalla squadra in termini di produttività.
Troppi errori con il Vicenza nei primi 90 minuti
Il "Partenio-Lombardi" si è trasformato in un fortino solo a partire dal 19 febbraio: 6 vittorie consecutive tra le mura amiche che hanno consegnato il secondo posto per l'accesso ai playoff dai quarti di finale. Il mese di intervallo ha posto più dubbi che certezze a Pazienza, comunque deciso nelle scelte utili per superare il Catania e arrivare alla doppia sfida con il Vicenza. I 90 minuti dell'andata hanno condizionato il sogno promozione: troppe le occasioni sprecate nel primo match con il calcio implacabile nella sua semplicità. Al "Menti" l'Avellino ha pagato dazio anche nel finale di gara con l'occasione avuta da Cosimo Patierno, limitato negli spareggi dal problema al collaterale della gamba sinistra dopo il titolo di capocannoniere del girone C.
L'altalena con un finale amaro, ma di vera ripartenza
Insomma, tanti aspetti positivi, legati a passaggi a vuoto che una squadra con l'ambizione del cambio di categoria non può permettersi. L'Avellino ripartirà da tutto questo, anche da una città che ha ritrovato entusiasmo, manifestato in più occasioni. Pochi giorni e già sarà tempo di analisi con Pazienza e anche il direttore dell'area tecnica, Giorgio Perinetti, per il futuro.