Mazzette per accedere al Tfa: rigettata la misura cautelare per l'irpina

Nell'inchiesta sono indagati ventisette persone tra docenti e alunni

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Montoro.  

di Paola Iandolo 

Nessuna misura cautelare per R.S. residente a Montoro. Rigettata dal Gip del Tribunale di Cassino, Alessandra Casinelli la richiesta di misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla pg nei confronti dell’irpina, presunta intermediaria aspirante concorrente per il Tfa di sostegno, che avrebbe raccolto e consegnato prima delle prove selettive del 6 e 7 luglio 2023 per l’accesso al concorso, trentottomila euro al principale indagato dalla Procura di Cassino e dalle Fiamme Gialle per le mazzette in cambio dell’accesso al corso. Somma restituita un anno dopo perché nessuno dei sette candidati che avevano ricevuto le domande in anticipo, superarono la prova preselettiva.

L’indagata, assistita dal penalista Fabio Tulimiero, lunedì era comparsa davanti al magistrato per l’interrogatorio preventivo, dove aveva respinto le accuse a suo carico. La scorsa settimana analogo provvedimento era scattato anche per due docenti Unicas: G. A. e D. C. marito e moglie, rispettivamente presidente e componente della commissione d’esame sul TFA e per il titolare del centro studi paritario Cervantes di Sora, G.B. Secondo l’accusa ci sarebbe stata corruzione nell’ambito del corso di specializzazione per il sostegno nell’anno accademico 2022/2023. Per superare il concorso sarebbe bastato pagare 15 mila euro: una cifra che avrebbe permesso di ottenere un lotto di argomenti su cui essere interrogato.Un’inchiesta che ha messo in luce l’ipotesi di un sistema collaudato, tanto da definirlo addirittura il “sistema Cassino”. 

In base alle intercettazioni delle Fiamme ci sarebbe stato pure il caso di qualche candidato deluso dal voto conseguito, che avrebbe chiesto "una rettifica". Come una delle aspiranti candidate che, dopo aver chiesto ad alcuni degli indagati spiegazioni sul punteggio troppo basso ottenuto, si sarebbe sentita rispondere di stare tranquilla. Perché ci sarebbe stata la "possibilità di aggiustare la votazione". Così si sarebbero attivati per poter cambiare il risultato finale: "Hanno sbagliato la notifica", le avrebbero scritto in un messaggio inviato per rassicurarla.