Avellino, l'ira di Gengaro: "Se non mi vogliono lo dicano apertamente"

L'ex vicesindaco in conferenza: non ho posto io la mia candidatura, ma un pezzo del Pd mi ostacola

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Avellino.  

Antonio Gengaro esce allo scoperto con una conferenza stampa fiume nella quale fa chiarezza sulla sua candidatura a sindaco di Avellino proposta al tavolo del campo largo da Controvento. "Il mio partito ha presentato quattro nomi senza considerare la minoranza. Mi accusano di aver firmato il ricorso sul tesseramento ma non è così. Ma poi siamo un partito democratico o un partito fascista?", si è chiesto nel corso del suo intervento al circolo della stampa davanti a decine di sostenitori che lo hanno applaudito a più riprese, soprattutto quando Gengaro ha alzato i toni. 

"Se non mi vogliono lo dicano apertamente, ma non si racconti la storia che io sia il candidato di Roma perché non è vero. Si vergogni chi l'ha detto. Nessuno conosce meglio di me questa città, conosco ogni anima, ogni pensiero, mattonella per mattonella. Non mi sono candidato io, mi hanno proposto. Ma ora io sto qua e non mi muovo". 

"La vera battaglia - ha aggiunto - si fa sulle questioni, sull'urbanistica, madre di tutte le battaglie, sul futuro della città. Sulle cose che interessano l'opinione pubblica. E sia chiaro non mi interssano i voti clientelari, non li ho mai voluti in vita mia". Gengaro ha fatto riferimento anche al lavoro portato avanti in questi mesi dal campo largo. "Si è elaborato un programma comune. Quello è il valore dell'alleanza. Non è che poi viene uno e dice: Ma voi non avete fatto niente?".

Si ha l'impressione che Gengaro resti in campo verso la sfida elettorale, forte del sostegno dei partiti che hanno partecipato al tavolo del campo largo. E lui ha ringraziato tutti i partiti e le associazioni del centrosinistra. Ma c'è da fare chiarezza all'interno del Pd.