Il documento redatto dai consiglieri comunali del Pd parla chiaro: no a veti o imposizioni, chiediamo di non essere esclusi dal dibattito e dal confronto che si sta portando avanti in particolare sulla indicazione della candidatura apicale dello schieramento. Troviamo, perciò, inimmaginabile che l’individuazione della candidatura, avvenga altrove e sia animata da livelli estranei. La risposta dei cinque stelle è immediata. Il parlamentare grillino, Michele Gubitosa, tiene a fare delle precisazioni proprio sulla discussione del tavolo che vede a confronto diverse forze politiche:
“Loro hanno avuto tutta la fiducia possibile e il rispetto – ha dichiarato - per un anno il tavolo ha lavorato e ha lavorato bene, è stato individuato anche un candidato a Sindaco, ce lo ricordiamo tutti: De Maio e hanno avuto la fiducia dai partiti, quindi da Roma, sia dal movimento cinque stelle che dal PD, fiducia completa, tanto è vero che dovevamo fare anche una conferenza stampa di presentazione del sindaco, quindi, non hanno avuto nessuna intromissione. Io, ad esempio, personalmente credo di non aver mai telefonato a nessuno e credo che lo stesso Boccia o la Schlein non abbiano mai fatto interferenze per quanto riguarda il PD. Dopodiché c’è stato un problema nel candidato a Sindaco: si è ritirato per problemi di salute, a quel punto il tavolo non è stato in grado di trovare un candidato civico e abbiamo deciso di individuare un candidato politico. Ecco perché, dopo più di un anno e fiducia completa, a un certo punto i partiti si sono preoccupati che questo sindaco non veniva fuori, quindi non c’è nulla di male che Roma - come loro scrivono - si preoccupa del fatto che bisogna scegliere un candidato. Ed è normale che a questo punto i partiti mettono anche la loro parola.
Voglio dire che queste cose però capitano quando ci sono più partiti che parlano a un tavolo. In tutta Italia noi abbiamo avuto lo stesso problema se così vogliamo definirlo, io queste cose le vivo quotidianamente in tutte le città d’Italia però mai si arriva ad una rottura, e non sarebbe corretto se il PD avellinese rompe perché poi le cose non vanno come dicono dicono loro, dopo un anno di fiducia piena. Avellino a livello politico non è diversa da altre città, i personalismi politici sono finiti, oggi al tavolo della discussione politica non comanda chi ha più voti, quello che conta sono i progetti politici e i progetti politici si fondano sui temi e sui progetti non sul portatore di voti, quindi anche per Avellino vale questa regola del progetto politico. Poi se il progetto politico c’è, ci sono i partiti, ci sono i movimenti politici, non si va avanti se qualcuno pensa di avere solo i voti e vorrà dire che il famoso campo largo non ha posto per i portatori di voti”.