I sindaci scommettono e i Comuni rischiano la bancarotta

Pochi soldi nessuna visione del futuro. E con le regionali peggiora l'impasse

Avellino.  

C'è qualcosa di distorto nella comunicazione o nella semplice percezione della realtà se da una parte il governo nazionale continua a vedere luci in fondo al tunnel della crisi e dall'altra gli enti locali denunciano disagi sempre più gravi per la riduzione costante dei finanziamenti pubblici.

Partiamo da una considerazione espressa ieri su questo sito da un assessore di Montefalcone in Val Fortore, Rocco Ciarmoli: “Pochi giorni fa abbiamo scoperto che a causa di ritardi dei trasferimenti statali – ha scritto in una lettera aperta - i dipendenti del nostro comune, dal mese di gennaio a oggi, sono stati pagati regolarmente con i proventi dell’eolico a discapito degli operatori impiegati nei servizi che sono fermi allo stipendio di dicembre. Il nostro comune grazie alle numerosi torri eoliche presenti nel territorio introita circa 300mila euro all’anno. Questi soldi - ha concluso - vengono spesi per offrire dei servizi alla popolazione, come museo, biblioteca, assistenza agli anziani, assistenza ai disabili, mensa scolastica, trasporto alunni ecc, dove nel totale sono impegnate circa trenta unità lavorative, assunte con regolare contratto dalle cooperative che hanno in gestione i servizi”.

E dunque si va avanti – quando è possibile - con i fondi dei privati (in questo caso gli imprenditori dell'eolico), altrimenti niente stipendi per i dipendenti e bancarotta del Comune. Gli effetti della crisi sono simili un po' ovunque. E spesso l'unica soluzione che gli amministratori ritengono possibile adottare è l'aumento della già spropositata tassazione sugli immobili. Tagliole sempre a carico dei contribuenti, che non aiutano a vedere quelle famose luci in fondo al tunnel.

Non c'è un'idea, una visione. Non si traccia una strada. Amministrare con il portafogli gonfio era facile e consentiva di elargire generosi dolcetti clientelari. Ora governare impone qualità non comuni. Che purtroppo mancano a più di un amministratore. Caracollano – quasi tutti - alla cieca tra tagli e improbabili slogan, coltivando ambizioni esclusivamente personali: una candidatura alle Regionali o – perchè no? - alle prossime Politiche.

E a proposito di Regionali, le elezioni di maggio – oltre al ritornello dei soldi che non ci sono – sono diventate nuova ragione di impasse amministrativa. Con i sindaci ben attenti a gestire i rapporti con i candidati, nella difficile impresa di individuare il cavallo vincente. Scommesse. Che nulla hanno a che vedere con il ruolo che i cittadini, con il loro voto, li hanno chiamati a svolgere.

Ci chiedono di vedere la luce in fondo al tunnel. Siamo così incoscienti da volerla anche immaginare quella luce. Ma chi governa le nostre istituzioni locali – al netto delle evidenti difficoltà – davvero fa poco per dare corpo al nostro generoso e ingiustificato ottimismo.

Lasciandoci al buio.

Luciano Trapanese