«Opere pubbliche finanziate, Caldoro tiri fuori l'elenco»

L'eurodeputato Paolucci attacca il governatore della Campania: pessima la gestione dei fondi Ue

Avellino.  

«Dire che la Campania, dei circa 1.5 miliardi di fondi Ue previsti sulle misure di accelerazione della spesa, alla fine del ciclo 2007-2013 (31 dicembre 2015) sarà in grado di rendicontarne appena il 38%, vuol dire certificare un risultato pessimo. La gestione dei fondi Ue targata Caldoro è stata un grande disastro». Così il parlamentare europeo del Pd Massimo Paolucci che alimenta lo scontro tra centrodestra e centrosinistra quando mancano ormai pochi giorni alla presentazione delle liste per le elezioni regionali.

«Occorre guardare in faccia alla realtà- prosegue il capodelegazione, commentando i risultati dello studio della fondazione Colasanto della Cisl - bene fanno le forze sindacali a dare un contributo programmatico concreto per trovare soluzioni a problemi enormi. I dati sono drammatici».

Ma non è tutto. L'eurodeputato incalza e lancia nuove accuse alla gestione del governatore Caldoro: «La realtà,  purtroppo, rischia di essere anche peggio di come la descrive l'analisi numerica della Cisl. Oltre al dato meramente quantitativo, c'è un problema di qualità della spesa che riguarda la gestione dei fondi europei della giunta Caldoro. Poche settimane fa, ho chiesto a Palazzo Santa Lucia di rendere pubblico (perché non lo è) l'elenco delle opere finanziate nel periodo novembre-dicembre 2014 dal Por Campania. Ancora non ho ricevuto risposta. Il sospetto è che dietro i 757 milioni di avanzamento della spesa certificati, dato irrealistico (maggiore della spesa effettuata nei 30 mesi precedenti, avremmo dovuto avere una crescita del Pil regionale al 4%) si celino una caterva di finanziamenti a progetti retrospettivi, cioè opere in parte o totalmente già realizzate con altri programmi negli anni scorsi. In pratica, solo un'operazione contabile che non ha nessun impatto sull'economia e l'occupazione in Campania. E la reticenza della giunta Caldoro a tirare fuori l'elenco di queste opere aumenta il sospetto che si tratti esattamente di questo. Un disastro - conclude Paolucci - senza precedenti».

Redazione