Va in ospedale, torna a casa e muore senza fede e croce

La famiglia offre una ricompensa a chi farà pervenire gli oggetti...

Dolore su dolore per una famiglia di Grottaminarda, indagini in corso, forse ad agire mani esterne alla struttura ospedaliera

Grottaminarda.  

"Una catenina d’oro,con crocifisso, medaglia della Madonna Pompei e fede nuziale, oggetti che custodiva gelosamente addosso da una vita e che avrebbe voluto portare con se anche dopo la morte. Un desiderio che qualcuno, non si sa chi, ha spezzato in un attimo arrecando dolore su dolore." E' la denuncia di una famiglia di Grottaminarda.

 Giuseppe Scotto Di Tella, 90 anni, (nella foto insieme a sua figlia), stimato Sovrintendente della Polizia di Stato, per anni solerte funzionario alla Sottosezione della Polstrada di Grottaminarda, il 24 luglio scorso, intorno alle 9,30 circa era giunto all’Ospedale Frangipane di Ariano Irpino. La situazione è poi precipitata e quando l’uomo è tornato a casa, in condizioni gravi, la famiglia si è accorta che non aveva più l'oro addosso. E' stato un colpo al cuore per Giuseppe, il dolore più grande della sua vita, prima di morire.

"Quegli oggetti d’oro sono spariti misteriosamente" Fanno sapere i familiari. Da qui il loro appello disperato senza voler accusare nessuno: “Chiediamo a tutti di aiutarci, per la memoria di Giuseppe, quegli oggetti devono essere ritrovati. Chi ha compiuto un gesto così ignobile, anche in anonimato ci faccia riavere l’oro con qualsiasi mezzo, anche per posta al nostro indirizzo in Via Meucci 6 a Grottaminarda.” Non viene esclusa l'ipotesi che ad agire in un momento di distrazione possa essere stata anche una persona esterna, che in quel momento forse si trovava negli ambienti in cui è transitato il paziente. Dal Frangipane il personale sanitario si sente con la coscienza a posto. "Non ci saremmo mai macchiati di una cosa simile, comprendiamo il dolore della famiglia a cui va la nostra solidarietà." Del resto è noto a tutti, l'impegno giornaliero, la dedizione e i sacrifici da parte del personale medico ed infermieristico che opera nel pronto soccorso arianese, tra mille difficoltà. 

Una famiglia perbene e molto stimata, che non vuole creare clamore o accusare nessuno ma che attende semplicemente giustizia del resto vi è un'indagine in corso da parte della Polizia su quanto accaduto, che tenderà a fare luce e ad accertare eventuali responsabilità. E' impensabile e inopportuno in questo momento additate qualcuno. 

La speranza è che questo appello possa davvero sensibilizzare, chi si è impossessato ingiustamente di quegli effetti personali, da un uomo in fin di vita.

 

Gianni Vigoroso