Il cerchio si stringe sull’omicidio di Orazio De Paola, boss del clan Pagnozzi, ucciso con diversi colpi di pistola esplosi a distanza ravvicinata. Il delitto è avvenuto in pieno giorno, intorno alle 10, in via Castagneto strada limitrofa al centro storico di San Martino Valle Caudina.
I colpi andati a segno hanno raggiunto al volto e alla testa De Paola, altri ancora lo hanno colpito nella parte alta del corpo (braccio e petto).
Sul posto sono arrivati i carabinieri della compagnia di Cervinara, quelli della stazione di San Martino e il comandante provinciale, il colonnello Massimo Cagnazzo. Sul luogo del delitto anche il procuratore reggente Vincenzo D’Onofrio insieme al pm Roberto Patscot e il medico legale Lamberto Pianese. Quest’ultimo ha effettuato un primo esame esterno. Pare che i colpi siano più di 5, di piccolo calibro.
Sul delitto indaga la Dda di Napoli, il fascicolo è nelle mani del pm Giuliano Caputo. Si cerca, naturalmente, di ricostruire la dinamica del delitto e la catena dei contatti di De Paola.
Resta da capire se il 58enne avesse raggiunto la zona, teatro del delitto, perché aveva un appuntamento con qualcuno. Di certo c’è, che si tratta di un delitto che ha fatto inevitabilmente rumore, che potrebbe avere sullo sfondo, tra le ipotesi degli inquirenti, un regolamento di conti.
In quella zona abitano persone già note alle forze dell’ordine: via Castagneto si biforca da una parte in direzione del cimitero, dall'altra sfocia su uno slargo a vicolo cieco. E’ possibile che De Paola - i suoi familiari sono rappresentati dall'avvocato Valeria Verrusio - avesse un appuntamento con qualcuno? Chi potrà dirlo. Gli inquirenti hanno ascoltato tutte le persone che hanno abitano in quello slargo, qualcuno che ha potuto vedere o sentire qualcosa. Pare che gli investigatori abbiano imboccato la strada giusta e siano sulle tracce dell'autore del delitto. Un giovane sarebbe stato fermato in autostrada, in provincia di Roma con altre persone, tutte residenti in quello slargo.
Secondo una prima ricostruzione, De Paola sarebbe uscito di casa dopo aver ricevuto una telefonata sul cellulare, poi rinvenuto nella sua abitazione, e sequestrato al pari di altri apparecchi, dai militari.
Più volte tirato in ballo da indagini e processi, con condanne ed assoluzioni, per associazione per delinquere di stampo camorristico, droga, armi, omicidio e gambizzazioni, De Paola era tornato in libertà a fine 2019 su decisione della Corte di Appello, alla quale si era rivolto il suo difensore storico, l'avvocato Dario Vannetiello, per chiedere la revisione della sentenza di condanna per l'operazione 'La Montagna', condotta dalla Squadra mobile di Benevento e dai carabinieri della Compagnia di Montesarchio.
De Paola era stato condannato a 10 anni dal Tribunale di Benevento, una pena ridotta in appello a 7 anni e 6 mesi. In attesa di decidere sull'istanza di revisione della sentenza appena ricordata – i giudizio è ancora in corso, una nuova udienza è in programma il 27 novembre -, la Corte aveva scarcerato De Paola, tornato nella sua San Martino.