Joe Biden, nel giorno del suo insediamento, dopo avere giurato da 46mo presidente con la mano sulla Bibbia di famiglia, si rivolge a un'America mai così frammentata e divisa. Consapevole della sua più grande sfida, che è quella di ricucire il rapporto con ampi strati della società, si appella all'unità. E lo ribadisce più volte nel suo messaggio alla nazione pronunciato all'ombra del Campidoglio, il palazzo simbolo della democrazia sfregiato dagli insorti che il 6 gennaio scorso lo hanno assaltato. «Io credo nell'unità, ci credo, la nostra storia e' sempre stata una lotta. Trattiamoci con rispetto, smettiamo di combattere contro l'unità. Non c'è pace, c'è solo rabbia e caos. L'unità ci può salvare. Se riusciamo a fare questo ce la faremo». Biden sembra tendere un ramoscello d'ulivo ai suoi avversari, un tentativo di avvicinamento all'altra parte dell'America che continua a guardare il presidente dem in cagnesco, che crede che la sua vittoria sia stata viziata da brogli e che ripone senza tentennamenti la propria fiducia in Trump.
Quel Trump andato via da Washington di buon mattino, atterrato in Florida negli stessi istanti in cui iniziava la cerimonia d'insediamento e che ai suoi sostenitori, prima di volare verso la sua residenza ha promesso di tornare prima o poi. Biden non fa alcun riferimento al suo predecessore, ringrazia gli ex presidenti intervenuti alla cerimonia (Bush, Clinton e Obama), e indica una linea per nulla partigiana, improntata alla pace nazionale: «Sarò il presidente di tutti gli americani, combatterò per coloro che mi hanno votato e per chi non mi ha votato». Consapevole delle minacce che incombono sulla testa della sua amministrazione, in primis da parte del variegato e pericoloso mondo degli estremisti interni. «Dobbiamo combattere anche la supremazia bianca, il nostro terrorismo - ragiona - così riusciremo a garantire un futuro per l'America. Ma serve unità».
«La nostra anima è fatta per unire. Ricordiamoci di combattere, evitiamo gli estremismi, la rabbia, la disperazione e di restare senza speranza». La stella polare rimane la difesa dei valori della democrazia. «Questo è il giorno della democrazia. L'America - ne è certo - ha raccolto la sfida. La democrazia è davvero preziosa quanto fragile, e questo di oggi è il modo di farla prevalere». Tensioni politiche a parte, la strada per Joe Biden è tutta in salita se si guarda con attenzione a quello che sta accadendo nel Paese, con il Covid che galoppa continuando a mietere vittime. «Il virus del secolo ha bloccato il nostro Paese - annota - ci ha portato via molte vite, più di quante ci ha portato via la guerra mondiale. Dobbiamo combattere contro il virus». Un messaggio poi al resto del mondo. «Siamo pronti a creare nuove alleanze - annuncia - raccoglieremo insieme le sfide di oggi e di domani. Non si dovrà seguire l'esempio del nostro potere, ma il potere del nostro esempio».
Assicurando l'impegno a essere un decisivo «partner per la sicurezza e la pace» nel mondo. Tra citazioni di Sant'Agostino, un tributo a George Washington e l'omaggio a Jimmy Carter, Biden ha voluto disegnare il solco dove intende coltivare il seme della speranza, necessario a raggiungere l'obiettivo del cambiamento, che si materializza in un nome, in una figura: Kamala Harris, prima vice presidente donna, nera e di origini asiatiche. «Oggi è un giorno importante, abbiamo una vice presidente donna, di origine giamaicana e indiana. Ditemi se non e' un cambiamento questo».(Italpress)