A centosedici giorni dall’inizio della guerra in Ucraina, è sempre più chiaro quanto sia determinante la componente del tempo. Lo è per entrambe le parti in conflitto, per la battaglia sul campo, per i rifornimenti militari e per le sofferenze di una popolazione ormai allo stremo. Ma non solo, perché la guerra sta producendo i suoi effetti a livello globale. Le armi, però, secondo quanto previsto da più parti, non si fermeranno a breve. Per il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, la guerra in Ucraina potrebbe durare anni. “Dobbiamo prepararci al fatto che potrebbero volerci anni”, ha detto in un’intervista al quotidiano tedesco Bild. Secondo il segretario generale della Nato, occorre continuare a sostenere l’Ucraina anche se “i costi sono elevati, non solo per il supporto militare, ma anche per l’aumento dei prezzi dell’energia e dei generi alimentari”. Di tempo parla anche il premier britannico Boris Johnson, secondo cui rappresenta un “fattore vitale”.
“Tutto dipenderà – ha detto Johnson in un intervento al Sunday Times – dal fatto che l’Ucraina possa rafforzare la sua capacità di difendere la sua terra più velocemente di quanto la Russia possa rinnovare la sua capacità di attacco”. E non solo: anche per Johnson il conflitto è destinato a durare ancora. “Temo – ha affermato – che dobbiamo prepararci a una lunga guerra, poiché Putin ricorre a una campagna di logoramento, cercando di sfinire l’Ucraina con brutalità”. Un’indicazione temporale nelle scorse ore è arrivata anche da Kiev. L’Ucraina potrebbe riprendere i colloqui con la Russia “a fine agosto”, ha affermato David Arahamiya, capo dei negoziatori ucraini, secondo cui ci sarà una “controffensiva in alcuni luoghi”. Negoziati che si presentano però molto complessi, soprattutto per quanto riguarda le posizioni sul campo. “L’Ucraina che conoscevamo, all’interno di quei confini, non esiste più”, ha detto la portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova. Kiev, però, intende ancora resistere. Ieri il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si è recato a Mykolaiv, nell’area meridionale del Paese, e nella regione di Odessa.
“Non daremo via il Sud a nessuno – ha detto poi Zelensky in un videomessaggio diffuso nella notte -, restituiremo tutto ciò che è nostro e il mare sarà ucraino e sicuro”. Intanto sul campo i combattimenti proseguono, continua la stretta sul Donbass e nelle scorse ore alcuni attacchi sono stati registrati in altre aree del Paese. Secondo l’intelligence britannica, negli ultimi giorni “sia la Russia che l’Ucraina hanno continuato a condurre pesanti bombardamenti di artiglieria sugli assi a nord, est e sud della sacca di Severodonetsk, ma con pochi cambiamenti in prima linea. Le unità combattenti di entrambe le parti – si legge nell’ultimo aggiornamento diffuso dalla Difesa del Regno Unito – sono impegnate in intensi combattimenti nel Donbass e probabilmente hanno un morale variabile”.
(ITALPRESS).