Le parole giuste che la politica ha dimenticato: ripartire dagli ideali

Il vuoto lasciato dai partiti è stato riempito da megalomani improvvisati

le parole giuste che la politica ha dimenticato ripartire dagli ideali

Ogni società ha bisogno delle attività economiche, per ricavare ciò che serve per sopravvivere e e progredire

In un articolo ho trovato tutte le parole che vengono usate per rappresentare le varie posizioni politiche: liberismo, liberale, liberista, capitale, capitalismo, statalismo, socialismo, comunismo, repubblicano e socialdemocrazia. Alla fine della lettura ero confuso, ma avevo capito che l’autore aveva letto molto e voleva farlo sapere. Purtroppo, l’abitudine a parlare molto, senza arrivare a conclusioni, è diffusa. Quando parlo con persone della classe dirigente vengo inondato da parole che non hanno collegamento tra di loro e da concetti che non partono da una premessa. Per parlare di politica bisogna conoscere le sue coordinate e sapere a cosa dovrebbe servire.

Ogni società ha bisogno delle attività economiche, per ricavare ciò che serve per sopravvivere e e progredire. Nelle attività economiche ci sono le categorie, capitale e lavoro, che possono andare in contrasto. Quelli che controllano il capitale vengono chiamati capitalisti. Nei Paesi comunisti è lo Stato che gestisce i capitali e non consente libertà di iniziative, mentre in quelli democratici sono le persone che hanno la libertà di investire i capitali, creando attività economiche. I sostenitori di tale organizzazione della società si qualificano come “liberali”. I sostenitori del capitalismo di Stato vengono indicati come comunisti.

La tendenza allo sfruttamento dei lavoratori fece nascere la necessità di creare movimenti politici e sindacali utili a difendere l’equilibrio sociale, meritandosi la qualifica di socialismo e suoi omologhi. Per più di un secolo, i Partiti, nati da questa logica, adattata alla cultura dei vari Paesi, hanno gestito la società. Col tempo, il populismo e la tendenza verso le negatività hanno provocato la loro fine. Il vuoto è stato riempito da megalomani improvvisati, che hanno creato gruppi di persone, che andavano in cerca di potere.

Nessun gruppo, finora, ha dimostrato di avere una visione chiara del futuro e di essere ispirato da ideali. Perciò, si sono date ragioni sociali ridicole (5S, Lega, Azione, PD e Verdi). Le loro proposte non derivano dalla volontà di concretizzare una visione della società, ma da improvvisazioni per produrre demagogia, dare bonus e fare carità. In queste condizioni, si può solo improvvisare. Non ci sono confronti programmatici, ma solo richieste, rafforzate da minacce, per foraggiare le clientele.

Ai tempi della vera politica, chi voleva impegnarsi sapeva che doveva studiare per apprendere nozioni di economia, sociologia, ecc. e si poteva qualificare con parole indicative di ideali o di ideologie. Delle negatività della situazione politica ed economica attuale sono responsabili quelli che hanno governato il Paese negli ultimi decenni e i sindacati, che hanno abbandonato la loro missione e sono diventati agenzie di servizi. Secondo me, nel 2022, la vittoria del Centrodestra è stata favorita dalle negatività prodotte dal Centrosinistra.

Se vogliamo riscoprire la politica di una volta, dobbiamo ripartire dallo stabilire gli ideali ai quali ispirarsi. Così, potremmo pronunciare le antiche qualifiche e trovare più facilmente la strada programmatica da percorrere. Prima si fa, meglio è.