La Befana: la magia imperfetta di una vecchia signora che sa insegnare molto

Secondo gli psicologi, rappresenta un esercizio fondamentale di gestione delle emozioni

la befana la magia imperfetta di una vecchia signora che sa insegnare molto

Da un lato c'è l’elemento magico: il volo notturno, il sacco sempre pieno di sorprese. Dall’altro lato c'è il suo ruolo di giudice e donatrice, che solletica nel bambino sia il desiderio di approvazione sia il timore della punizione

La Befana è una di quelle figure che riescono a insinuarsi nei recessi più profondi dell’immaginario collettivo senza mai perdere la propria aura di fascino e mistero. Anziana, con abiti rattoppati, un naso pronunciato e la proverbiale scopa volante, sembra uscita da un incubo medievale… o forse da un manuale di psicologia infantile. Perché sì, dietro quella cesta di dolciumi e carbone si cela un universo simbolico che merita di essere esplorato con la giusta dose di serietà e ironia.

Partiamo dall’inizio: la Befana non è semplicemente una vecchina che si diletta in consegne notturne a cavallo di una scopa. No, è molto di più. È un’archetipica figura femminile legata ai cicli della natura, alla chiusura di un anno e all’apertura di uno nuovo. È ciò che resta di antichi riti pagani di passaggio, trasformati poi dal cristianesimo in una celebrazione più familiare, con tanto di canzoncine propiziatorie che tutti abbiamo canticchiato almeno una volta nella vita.

Ma perché questa anziana signora, che evidentemente non ha mai sentito parlare di smart delivery, continua a esercitare un tale potere sui bambini? Secondo gli esperti, la risposta è duplice. Da un lato c'è l’elemento magico: il volo notturno, la capacità di visitare tutte le case in una sola notte, il sacco sempre pieno di sorprese. Dall’altro lato c'è il suo ruolo ambivalente di giudice e donatrice, che solletica nel bambino sia il desiderio di approvazione sia il timore della punizione. La calza appesa al camino o alla maniglia della porta non è solo un contenitore, ma un palcoscenico simbolico su cui vanno in scena speranze, ansie e piccole redenzioni.

La pedagogia della calza

Secondo gli psicologi, aspettare la Befana rappresenta per i bambini un esercizio fondamentale di gestione delle emozioni. Ansia, speranza, timore e, infine, gratificazione: tutto condensato in una sola notte. Aspettare con pazienza e andare a dormire presto (o almeno provarci) non è soltanto un sacrificio temporaneo, ma una piccola palestra emotiva che aiuta a comprendere il concetto di causa-effetto: se ti comporti bene, ricevi dolci; se non ti comporti bene… beh, c’è il carbone. Ma attenzione, anche questo carbone ha il suo valore pedagogico. Non è mai solo un simbolo di fallimento, ma un invito a riflettere e a migliorarsi. Inoltre, è spesso zuccherato, perché anche le lezioni più amare hanno bisogno di un pizzico di dolcezza per essere digerite.

Il simbolismo della vecchia signora

La figura della Befana incarna un delicato equilibrio tra autorità e benevolenza. È severa, ma giusta; un giudice, ma anche una nonna affettuosa. Questo la rende una figura incredibilmente utile per i bambini, perché permette loro di confrontarsi con una moralità che non è solo punitiva, ma anche educativa. I doni che porta non sono mai casuali: rappresentano non solo l’affetto dei genitori, ma anche un riconoscimento tangibile delle loro azioni e dei loro comportamenti durante l’anno appena trascorso.

E se i bambini avessero paura della Befana? Niente panico. La paura è spesso il risultato di una sovrapposizione tra fantasia e realtà. I bambini costruiscono nella loro mente un'immagine personale della vecchia signora con la scopa, un’immagine che può diventare spaventosa se viene troppo concretizzata da travestimenti mal riusciti o racconti un po' troppo vividi. In questi casi, è importante riportare la figura della Befana nel regno della fantasia, dove può continuare a esercitare il suo ruolo educativo senza traumi.

La calza come rito familiare

Oltre al significato simbolico individuale, l'arrivo della Befana è anche un momento di unione familiare. La preparazione delle calze, la scelta dei dolciumi, la disposizione dei piccoli regali: sono tutti rituali che rafforzano i legami e creano ricordi duraturi. In un'epoca dominata dalla tecnologia e dalla fretta, questa tradizione rappresenta un’oasi di autenticità e semplicità.

Ma attenzione, anche le calze devono essere equilibrate. Riempirle fino all’orlo di dolci o, al contrario, caricarle di carbone potrebbe distorcere il messaggio educativo. Come sempre, la virtù sta nel mezzo: qualche dolciume per premiare, un po’ di carbone (rigorosamente dolce) per ammonire, e magari anche un frutto, per ricordare che la dolcezza può avere forme diverse.

Una vecchia che sa insegnare ancora molto

In definitiva, la Befana è molto più di una vecchina che vola su una scopa. È un ponte tra passato e presente, tra mito e realtà, tra paura e desiderio. È un personaggio che, con la sua calza sgualcita e il sorriso enigmatico, riesce a trasmettere insegnamenti profondi senza mai sembrare pedante. E mentre i bambini si addormentano con il cuore pieno di speranza e un occhio che spia la finestra, la Befana – con la sua scopa e il suo sacco – continua a svolgere il suo compito secolare. Un compito fatto di dolci, carbone e, soprattutto, di piccole lezioni di vita. Perché, in fondo, cosa sarebbe l’infanzia senza un pizzico di magia… e senza una vecchina un po' burbera ma infinitamente amorevole?