Sgarbi si dimette da sottosegretario prima di essere cacciato

L'addio con polemiche: «Lettere anonime del ministro della Cultura Sangiuliano all'Antitrust»

sgarbi si dimette da sottosegretario prima di essere cacciato

"Mi dimetto con effetto immediato da sottosegretario del governo e lo comunicherò nelle prossime ore alla Meloni": è quanto ha detto Vittorio Sgarbi intervenendo alla sesta edizione de La Ripartenza24 presso il Centro Congressi della Fondazione Cariplo. a Milano.

L'oramai ex sottosegretario ha spiegato che "l'antitrust ha mandato una molto complessa e confusa lettera dicendo che, avendo accolto due lettere anonime, che ha inviato all'antitrust il ministro della Cultura, in cui c'era scritto che io non posso fare una conferenza da Porro". "Adesso - ha aggiunto - sono solo Sgarbi, non sono piu' sottosegretario. Comunico ai giornalisti che mi dimetto con effetto immediato e scriverò una lettera a Meloni".

E' un "colpo di teatro, sono due ore che medito se farlo o se non farlo. La legge consente che io, attraverso il Tar, indichi quelle cose che ho detto, che non può essere in conflitto di interessi chi non ha un lavoro, chi non fa l'attore, chi non fa il professore, chi e' in pensione come professore e come sovrintendente".

Spiega così la decisione di dimettersi da sottosegretario Vittorio Sgarbi, ospite de "La ripartenza- liberi di pensare", conferenza organizzata a Milano da Nicola Porro. "Io ho fatto occasionalmente, le occasioni possono anche essere quotidiane, conferenze come questa. Questa conferenza, secondo quello che l'Antitrust mi ha inviato, sarebbe incompatibile, illecita, fuorilegge. Quindi, per evitare che tutti voi siate complici di un reato, io parlo da questo momento libero dal mio mandato di sottosegretario. Avete comunque un ministro e altri sottosegretari e io riparto e da ora in avanti potro' andare in tv e fare conferenze", ha proseguito Sgarbi.

"Ovviamente, io sono noto per le mie imprecazioni, per le 'capre', non ho nessuna volonta' di crudelta' e di morte per nessuno". A dirlo e' Vittorio Sgarbi "Io ritiro il mio augurio di morte, mi scuso di averlo pensato e non sono piu' neanche un sottosegretario. D'ora in avanti augurero' la morte senza essere responsabile di essere sottosegretario".

"Mi scuso - ha aggiunto - con i giornalisti che si sentono in pericolo di morte, perche' ho detto: 'Vorrei che tu morissi'". "Mi scuso, perche' chi l'ha interpretato in una trasmissione che e' stata particolarmente cruda, ma che era sostanzialmente una trasmissione con un'intervista non autorizzata, non voluta", ha osservato. A un certo punto, "non essendo un'intervista, io ho fatto imprecazioni, che sono sembrate anche a qualche giornalista offensive".