Mattarella presidente della Repubblica: i nostri voti ai leader politici

Bis storico al Quirinale: da Salvini a Conte, da Letta e Meloni chi vince e chi perde

mattarella presidente della repubblica i nostri voti ai leader politici

Per la seconda volta il Parlamento chiede ad un Capo dello Stato uscente di continuare a guidare il Paese. Al termine dell’ottava votazione e dopo giorni trascorsi nell’inutile ricerca di un accordo, abbiamo provato a “dare i voti” ai protagonisti della partita del Quirinale che si è conclusa con la rielezione di Sergio Mattarella

MATTEO SALVINI: voto 4

Un animale (in senso buono) da campagna elettrorale, capace come pochi di fiutare l’umore dell’elettorato e di interpretarne gli istinti. Infaticabile macchina da comizio, alla prova da kingmaker però ha fallito. Lo schianto fragoroso su Casellati è clamoroso, quasi da dilettante e perciò sorprendente. Ogni nome uscito dalla sua bocca si è bruciato come se lo alitasse un drago: la strada per la leadership della coalizione è in salita.

FORZA ITALIA: s.v.

D’incoraggiamento: dopo aver subìto (come tutti, nel centrodestra) ma allo stesso tempo incoraggiato il sogno impossibile di Silvio Berlusconi, la parte moderata del centrodestra è chiamata a capire cosa vorrà diventare da grande. Da Carfagna, Brunetta e Gelmini i segnali ci sono già: gli altri, per ora, non pervenuti.

ENRICO LETTA: voto 5

“Calati juncu, ca passa la china”: l’antico proverbio siciliano musicato dall’immortale Franco Battiato si adatta perfettamente al segretario del Pd. Giornate passate senza toccar palla, a giocare continuamente di rimessa. Fin quando la regia nel campo avversario ce l’ha Salvini, forse gli conviene pure. Ma da quest’altra parte manca disperatamente una prospettiva, un’idea, un progetto. Per alcuni ha vinto la partita, visto che da subito si era schierato per il Mattarella-bis. Ma l’esito finale è solo la dimostrazione plastica dell’incapacità della politica italiana.
Benjamin Franklin diceva: “L’umanità è divisa in tre classi: coloro che sono immobili, coloro che sono mobili, e coloro che si muovono”. Non ci sono dubbi a quale categoria appartenga Letta.

SABINO CASSESE: voto 8

Ad un certo punto sembrava davvero possibile che il giurista potesse far quadrare tutto. Memorabile la risposta ai cronisti: “Le cariche pubbliche? Non si chiedono e non si rifiutano”.

MATTEO RENZI: voto 7,5

E’ il politico (innegabilmente) più antipatico. Ha sbagliato quasi tutto negli ultimi tempi, ma la sua ferma opposizione all’ipotesi che il capo dei servizi segreti potesse diventare guida della Repubblica vale tutto il prezzo del biglietto. In un Parlamento di nani, con il suo 2% fuori dal palazzo ha mostrato che la formazione politica resta requisito indispensabile per diventare leader.

I MERCATI INTERNAZIONALI: voto 4

Sperare in Mario Draghi al Quirinale significa ignorare (colpa grave, per i famigerati gestori dello spread) l’architettura costituzionale dell’Italia e condannarlo all’irrilevanza. I bizantinismi sono un nostro marchio di fabbrica, e ce li teniamo.

CLEMENTE MASTELLA: voto 7

L'uovo di Mastella mostrato alle telecamere è già negli annali di Blob. Sempre a suo agio negli studi tv, con l'espressione sorniona di chi la sa lunga. 

GIORGIA MELONI: voto 6,5

Il suo era forse il compito più semplice ma l’ha svolto bene. All’opposizione del Governo di unità nazionale, non aveva impegni nel tenere per forza unite le sfilacciate truppe draghiane. La prova di forza su Crosetto è un segnale importante. Il no al bis di Mattarella conferma l’opposizione allo schema Draghi, ma rende di nuovo attuale la domanda (ancora senza risposta): cos’è il centrodestra oggi in Italia? Chi lo guida? E soprattutto, dove vuole andare?

I SOCIAL: voto 6

E’ la media tra l’8 per battute e vignette da antologia e il 4 per gli insulti alla politica perché non si sbrigava a scegliere. Si votava pur sempre per il presidente della Repubblica, mica per il rappresentante di classe. La solennità dell’occasione, per quanto intaccata dagli interpreti e dai peones, resta un momento sacro delle Istituzioni. I contenuti effimeri o quelli a scadenza lasciamoli a whatsapp.

GIUSEPPE CONTE: voto 5 meno meno

Come Letta, peggio di Letta. Non aveva la minima idea di cosa fare, ma ai microfoni dei tg nazionali lo diceva con stile e con i capelli sempre in ordine. Guida un Movimento balcanizzato, la cui paura principale sono le elezioni fra un anno. Di Maio, intanto, studia da leader e come un fiume carsico gli erode consensi (quali?) e influenza (su chi?). Il tweet di Beppe Grillo che ha salutato con entusiasmo la Belloni presidente è la fotografia migliore di quanto sia complicato barcamenarsi tra i marosi 5 stelle. 

SERGIO MATTARELLA: voto 10

Presidente, li perdoni. E si faccia rimborsare dai politici nostrani almeno il costo del trasloco. Intanto, grazie. Ancora una volta.