La sotto-variante BA.2.75 (la cosiddetta Centaurus) non mostra una maggiore capacita' di sfuggire al sistema immunitario rispetto a BA.5 e risponde leggermente meglio di quest'ultima al cocktail di anticorpi monoclonali tixagevimab e cilgavimab usato per prevenire Covid-19 nelle persone a rischio. Sono questi i due dati rassicuranti che arrivano da uno studio coordinato dal Karolinska Institutet di Stoccolma e pubblicato su bioRxiv, piattaforma che rende disponibili le ricerca prima della revisione da parte della comunita' scientifica. La ricerca conferma che, al pari di BA.5, con la nuova sotto-variante BA.2.75 si registra una perdita di efficacia da parte della gran parte degli anticorpi monoclonali disponibili, ma senza particolari differenze rispetto a BA.5. Anche gli anticorpi contenuti nel plasma di un campione di volontari hanno mostrato di saper riconoscere la nuova sotto-variante in maniera analoga, se non migliore, a quanto avviene con BA.5. L'efficacia degli anticorpi e' ancora maggiore se il plasma e' stato effettuato piu' recentemente, dopo che la prima ondata di Omicron ha infettato un'alta percentuale della popolazione e piu' persone si sono sottoposte alla terza dose di vaccino. Potrebbe esistere pero' un'eccezione. Secondo un altro studio pubblicato su bioRxiv e condotto dalla Peking University di Pechino, BA.2.75 mostra una maggiore capacita' di fuga agli anticorpi sviluppati in seguito a un'infezione da variante Delta rispetto a BA.4 e BA.5 . Cio' potrebbe spiegare la crescita di BA.2.75 in India dove, a differenza della gran parte del mondo, la variante Delta ha avuto un impatto maggiore rispetto a Omicron. (