Covid: dati in peggioramento dopo le feste in Italia

Pressione sugli ospedali inizia di nuovo a crescere, seppur rimanendo sotto la soglia di guardia

covid dati in peggioramento dopo le feste in italia

A dare un barlume di speranza sono quei "raggi di luce" come li definisce Locatelli, dati dal numero di vaccini Pfizer

Terminato il periodo delle festivita' natalizie l'Italia torna al sistema delle tre zone di rischio, con differenti misure di contenimento, con una diffusione dell'epidemia di nuovo in peggioramento.

A conferma dell'inversione di tendenza sono arrivate prima le decisioni del governo, che da domenica porranno Lombardia, Emilia-Romagna, Calabria, Veneto e Sicilia in zona arancione, con Lombardia e Calabria a rischio di entrare di nuovo in zona rossa, poi i dati dell'analisi del monitoraggio settimanale che parlano di rischio moderato in tutte le regione tranne per la Toscana, unica con rischio basso.

"Si osserva un peggioramento generale nel Paese nell'incidenza a 14 gironi - ha detto Silvio Brusaferro, presidente dell'Istituto Superiore di Sanita' nel leggere i dati -, torna a crescere e aumenta l'impatto sui servizi assistenziali e i dati portano 3 regioni con livello Rt sopra a 1 con molte altre che lo sfiorano, praticamente la gran parte delle regioni ci si avvicina".

Un quadro non positivo visto che Lazio, Abruzzo, Friuli Venezia-Giulia e Marche sono con un Rt sopra lo 0.9, ben oltre 1 ci sono, oltre alla Lombardia, anche le Marche, la Valle D'Aosta e la Liguria mentre leggermente sopra 1 Puglia, Sardegna e Umbria.
Guardando al resto d'Europa la situazione italiana appare, comunque, sotto controllo come tiene a specificare Franco Locatelli: "La curva nel nostro paese e' assai migliore rispetto a quella di altri paesi europei, rimango convinto dell'efficacia del sistema in stratificazioni di fasce adottate".

Ma la pressione sugli ospedali inizia di nuovo a crescere, seppur rimanendo sotto la soglia di guardia, il 30% dei posti di terapia intensiva e il 40% dei posti di ricovero ordinari. Per capire ancor meglio qual e' la reale situazione, bisognera' aspettare la prossima settimana, quando si avranno numeri piu' chiari anche in base alle misure restrittive prese durante le feste, certo e' che "siamo in un momento di grande incertezza, si sono fatti meno tamponi in questo periodo e questo crea qualche incertezza.
Certamente non e' un pericolo scampato quello della ripresa dell'epidemia, qualche segnale che non ci fa stare tranquilli c'e'", come ha sottolineato Gianni Rezza, direttore generale di Prevenzione del ministero della Salute, senza mai parlare esplicitamente di "terza ondata".

A dare un barlume di speranza sono quei "raggi di luce" come li definisce Locatelli, dati dal numero di vaccini Pfizer che stanno procedendo secondo la tabella e la media che la cabina di regia e il commissario straordinario all'emergenza, Domenico Arcuri, si erano prefissati: "Ad oggi - ha ricordato Locatelli - abbiamo 413 mila vaccinazioni effettuate nel Paese, numero che colloca l'Italia ai vertici del continente europeo. In cinque giorni abbiamo realizzato 330mila vaccinazioni con una media di 65mila vaccinazione al giorno e ieri abbiamo raggiunto le 90mila vaccinazioni circa in 24 ore".

Il tema scuola rimane al centro dell'attenzione, quasi tutte le regioni stanno andando verso un ulteriore slittamento, dopo quello decisivo dal governo, decidendo di riportare in classe i ragazzi delle superiori nelle terza settimana di gennaio: "Sappiamo - ha spiegato Brusaferro - che ci sono stati dei tavoli tecnici per sistemare la fase periscolastica, quella in cui c'e' maggior rischio. Il lavoro fatto dai prefetti per differenziare gli orari e potenziare i trasporti e' un lavoro prezioso e quindi e' una attivita' da preservare e potenziare e analizzare con grande attenzione per l'andamento dell'epidemia". Certamente con una incidenza nazionale di 166,02 ogni 100mila abitanti gli scenari non fanno presagire nulla di buono per un ritorno a una parziale normalita'.