“Servono tamponi rapidi, altrimenti non reggiamo” ha tuonato il presidente della Lega Pro, Francesco Ghirelli. “I campionati vanno avanti grazie allo sforzo dei dottori” ha sottolineato Francesco Braconaro, membro della commissione medico scientifica federale e rappresentante dei medici sportivi della Terza Serie nazionale. Di fronte all'emergenza Coronavirus, però, non c'è videoconferenza o confronto che tenga. Il dato, aggiornato allo scorso 29 ottobre, era di 32 partite il cui fischio d'inizio è stato posticipato per casi di Covid-19 rilevati nei “gruppi squadra”. Nel fine settimana è salito a 38. Inizia a serpeggiare il malumore, soprattutto per quelle squadre che hanno l'unica colpa di ritrovarsi a fare i conti con un folto nugolo di contagiati, ma che alla fine in campo ci vanno lo stesso. Con buona pace dei valori tecnici e di preparazioni alle sfide ormai pressoché inesistenti, complice un calendario fitto di appuntamenti. La domanda, allora, è inevitabile pur nel rispetto di un'azienda che dà lavoro e crea indotto economico. Ha senso continuare; continuare così? Questa la risposta del tecnico della Paganese, Alessandro Erra: “C'è una situazione di pura confusione. Di confusione totale. È da marzo che andiamo avanti tra scienziati e presunti tali, che ci danno informazioni variegate. Non so se sospendere possa giovare a qualcuno. La situazione va avanti, incontrollata. Nessuno fa niente per cercare di arginarla e quando si tenta di fare qualcosa ci si lamenta. Siamo italiani e siamo abituati a lamentarci sempre. Sta di fatto che, da 8 mesi, brancoliamo nel buio. Andiamo avanti giorno dopo giorno con delle situazioni a metà, che fino ad adesso ci hanno dimostrato che non ci portano da nessuna parte.” Senza giri di parole anche l'allenatore della Cavese, Giacomo Modica: “Facciamo ciò che ci viene detto di fare. La mia personale opinione? Conta poco, ma mi sembra tutto irregolare.” Provare a chiudere il girone di andata e fermarsi. Fermarsi per un paio di mesi. Andare avanti finché sarà possibile. Si vedrà. Di certo, se vivere alla giornata è, per certi versi, una necessità, per altri appare evidente che sia urgente dover ridefinire un piano d'azione per evitare che i tornei vengano falsati.