Gimbe: giù casi, ma allarme terapie intensive

Contagi in calo del -4,8 per cento, ma saturazione maggiore del 30 per cento in terapia intensiva

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Il monitoraggio della Fondazione Gimbe rileva, nella settimana 17-23 marzo, un lieve decremento dei nuovi casi (-4,8%) seppur con notevoli differenze regionali. Salgono invece tutti gli indicatori ospedalieri: saturazione terapie intensive maggiore del 30% in 12 regioni e reparti di area medica maggiore del 40% in 10 regioni. È quanto emerge dalla Fondazione guidata da Nino Cartabellotta.
 Il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe rileva nella settimana 17-23 marzo 2021, rispetto alla precedente, una lieve riduzione dei nuovi casi (150.033 vs 157.677) e dei decessi (2.327 vs 2.522). Continuano, invece, ad aumentare i casi attualmente positivi (560.654 vs 536.115), le persone in isolamento domiciliare (528.680 vs 506.761), i ricoveri con sintomi (28.428 vs 26.098) e le terapie intensive (3.546 vs 3.256). In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni: 2.327 decessi (-7,7%); +290 ricoveri in terapia intensiva (+8,9%); +2.330 ricoverati con sintomi (+8,9%); +21.919 in isolamento domiciliare (+4,3%); 150.033 nuovi casi (-4,8%) e +24.539 casi attualmente positivi (+4,6%)."Nel pieno della terza ondata - dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione Gimbe - si intravedono i primi segnali di miglioramento: dopo quattro settimane consecutive si inverte il trend dei nuovi casi settimanali e si riduce l'incremento percentuale dei nuovi casi. Tuttavia, il dato nazionale risente di situazioni regionali molto eterogenee: infatti, in 10 Regioni l'incremento percentuale dei nuovi casi è ancora in crescita e in 14 Regioni si amplia il bacino dei casi attualmente positivi. 
"Per la maggior parte delle Regioni – spiega il presidente – è evidente la netta correlazione tra variazione percentuale dei nuovi casi e il 'colore' delle Regioni di 3 settimane fa". Infatti, nella maggior parte delle Regioni che erano in zona rossa o arancione o avevano comunque attuato rigorose restrizioni mirate, la variazione percentuale dei nuovi casi è in riduzione: Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia-Romagna, Lombardia, Marche, Molise, P.A. Bolzano, P.A. Trento, Umbria. Viceversa, lo stesso dato è in aumento in Calabria, Lazio, Liguria, Puglia, Sardegna, Sicilia, Valle d'Aosta e Veneto, che 3 settimane fa erano in area gialla o bianca. La situazione di Friuli Venezia Giulia, Piemonte e Toscana è di più difficile interpretazione, dimostrando che altri fattori (ad esempio, intensità dell'attività di testing, rispetto delle misure individuali) influenzano la curva dei contagi."Nonostante la lieve flessione della curva dei contagi – commenta Renata Gili, responsabile ricerca sui servizi sanitari della Fondazione Gimbe – peggiora la situazione sul versante ospedaliero, anche perché la terza ondata è partita da un 'altopiano' molto elevato di posti letto occupati". Infatti, a livello nazionale entrambe le soglie di allerta di occupazione di posti letto da parte di pazienti Covid in area medica (>40%) e in terapia intensiva (>30%) sono superate: rispettivamente 43% e 39%. Superata la soglia d'allarme in 10 e 12 Regioni rispettivamente per l'area medica e per le terapie intensive, che in 5 Regioni hanno una saturazione uguale al 40% (Umbria, Friuli-Venezia Giulia, Molise, Abruzzo, Toscana) e in 5 uguale al 50% (Marche, Lombardia, P.A. Trento, Piemonte, Emilia-Romagna). "Su questo fronte - spiega Marco Mosti, direttore operativo della Fondazione Gimbe - è incoraggiante la frenata dei nuovi ingressi giornalieri in terapia intensiva: la curva della media mobile a 7 giorni dopo 4 settimane di incremento si è appiattita".12 Regioni rispettivamente per l'area medica e per le terapie intensive, che in 5 Regioni hanno una saturazione uguale al 40% (Umbria, Friuli-Venezia Giulia, Molise, Abruzzo, Toscana) e in 5 uguale 50% (Marche, Lombardia, P.A. Trento, Piemonte, Emilia-Romagna). "Su questo fronte – sottolinea Mosti - è incoraggiante la frenata dei nuovi ingressi giornalieri in terapia intensiva: la curva della media mobile a 7 giorni dopo 4 settimane di incremento si è appiattita"