(f.s.) Se le ambizioni avessero le gambe quello di domenica al Pinto sarebbe un derby da ricordare. Ma, abusando di una frase che piace molto ai calciofili, la verità è che questa partitissima in fondo arriva troppo presto. E soprattutto impatta con un Benevento e una Casertana che di questi tempi sarebbero più adatte ad un'amichevole estiva che ad una partita di campionato. I rossoblù di Terra di Lavoro sono freschi di ripescaggio e hanno fatto il ritiro con una decina di giocatori, mentre l'altra metà, quella più adusa alla categoria (Venturi, Sciacca, Cardili, Aya, Celiento, Fabbri, Anastasio, Proietti, Curcio, Carretta, Montalto) è arrivata alla spicciolata nei giorni scorsi. Un cantiere, come si dice in questi casa, che Cangelosi, vecchio adepto di Zeman, proverà a mettere insieme domani per la prima volta in un'amichevole contro il Why Not Brand di Aversa che milita in prima categoria.
Per una Casertana che dovrà scoprirsi un poco per volta e non potrà avere alcun meccanismo già oliato, si contrappone un Benevento che ha ancora mezza squadra (e che squadra...) fuorigioco.
La lista degli indisponibili è come sempre lunga come la muraglia cinese e parte dai due infortunati della scorsa settimana Meccariello e Ciano, passando da quelli per così dire già “storici”, vale a dire Agazzi, Improta, Alfieri (che però si è finalmente aggregato al gruppo dei compagni), arrivando fino a Capellini, fermato dal Giudice sportivo, fino a Terranova e Ciciretti, che non sono ancora idonei fisicamente per giocare una partita di calcio, e a Tello, che si spera non debba aver bisogno di uno psicologo per tornare a giocare al calcio.
Rimane la squadra di lunedì, con un'assenza grave in difesa, ma forse con qualche nuova scoperta a centrocampo. L'assenza di Capellini costringe a rivedere anche l'assetto tattico. Andreoletti non vuole già rischiare Terranova, per cui sembra difficile riproporre una difesa a tre. A meno che non utilizzi El Kaouakibi da braccetto, Berra e Pastina centrali, e lanci per la prima volta da titolare a destra il giovane e promettente Viscardi. Le alternative, in fondo, passano per un disegno tattico diverso: difesa a quattro, con quello che ne consegue per il resto della formazione (4-3-3 o 4-3-1-2).
L'impressione è che nella serata del derby possa prevalere chi saprà abbracciare meglio dell'avversario il più sano pragmatismo. Nessuna delle due squadre ha avuto ancora il tempo di rodarsi per bene, la tattica per una volta passerà in secondo piano.