“Transizione energetica e una spinta dal basso”. Sono le chiavi di volta per salvare il pianeta dagli effetti devastanti del cambiamento climatico come ha indicato il climatologo e ricercatore del Cnr Antonello Pasini, ospite dell'inaugurazione dell'anno accademico dell'Università del Sannio in programma oggi a Benevento, nell'auditorium di San Vittorino.
Il climatolo Pasini: una svolta possibile
Una svolta possibile per Pasini che ha indicato innanzitutto la necessità di una presa di coscienza “mostrando le conseguenze del cambiamento climatico” l'impatto sull'uomo, sui territori. “Il Sud Italia – ha dettagliato Pasini – è particolarmente impattato per la siccità ma anche per eventi violenti come l'alluvione che si è avuto qui a Benevento (ndr l'alluvione dell'ottobre 2015). Ma comprendere che il cambiamento climatico è addebitabile all'azione dell'uomo significa anche che possiamo agire e limitare le cause, dalle emissioni di gas serra delle combustioni fossili alla deforestazione e fino all'agricoltura non sostenibile”.
Un cambio di rotta che vede protagonista la società “Nel momento in cui i grandi della terra negano il problema – spiega ancora Pasini – risulta essenziale agire con una spinta dal basso, come singoli e in gruppo (ad esempio con le comunità energetiche sostenibili) e spingere i politici ad accelerare il processo di transizione energetica”.
Il Rettore Canfora: l'Unisannio in crescita
Ad inaugurare la cerimonia i saluti del sindaco di Benevento, Clemente Mastella, seguiti dagli interventi di Anna Polyatykin, rappresentante della componente studentesca, Markus Filibus, studente internazionale, e Maria Labruna, rappresentante del personale tecnico-amministrativo.
Il rettore Gerardo Canfora, invece, ha messo in evidenza la crescita dell'Ateneo negli ultimi anni “Dall'arricchimento della didattica alle azioni sulle strutture al miglioramento dell'accoglienza” e ha annunciato che altrettante saranno, nei prossimi mesi, le novità per l'università.
Ha poi voluto mettere in guardia dal “processo di progressiva mercantilizzazione dell’università che si manifesta in molte forme: dai tagli ai finanziamenti pubblici all’enfasi sui corsi “spendibili” sul mercato del lavoro, fino alla proliferazione delle università telematiche, imprese “for-profit” che spesso privilegiano un approccio utilitaristico alla formazione, a scapito della qualità. Ridurre il ruolo dell’università a preparare per il mercato del lavoro è una distorsione del suo scopo. L’università è, prima di tutto, un luogo di cultura, riflessione e immaginazione. È uno spazio dove il pensiero critico e creativo viene coltivato per affrontare le sfide globali: dai cambiamenti climatici alle disuguaglianze, dalle minacce alla democrazia alla promozione della pace”.
Tagli al sistema: un colpo durissimo
E ancora “In questo contesto, i recenti tagli al sistema universitario italiano appaiono come un colpo durissimo alla possibilità di adempiere a questi compiti. Il ridimensionamento del Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO) e l’assenza di coperture per gli aumenti salariali ISTAT per il 2024 rischiano di mettere in ginocchio molte istituzioni. Un dato per tutti, che riguarda il nostro Ateneo: la riduzione effettiva di FFO per il 2024 rispetto al 2023 è stata dell’8,60%, pari € 1.954.020,00, a cui vanno aggiunte maggiori spese per circa € 800.000,00 per gli adeguamenti salariali ISTAT dei docenti e dei ricercatori. Complessivamente, una riduzione di risorse di oltre € 2.700.000”.
Hanno presentanto i loro lavori di ricerca sul tema del cambiamento climatico tre studenti dei corsi di dottorato dell’Ateneo: Ilva Licaj sul cambiamento climatico e le strategie per la sostenibilità nel sistema agroalimentare; Pasquale Marro sul tema dello sviluppo sostenibile e la funzione sociale del contratto e Chiara Martone sul ruolo dell’energy sharing per il contrasto al cambiamento climatico.