Cellulari e droga nel carcere di Benevento con un drone: scatta il sequestro

Operazione della Polizia Penitenziaria con una serie di perquisizioni: la denuncia del Sappe

cellulari e droga nel carcere di benevento con un drone scatta il sequestro
Benevento.  

Non solo nel carcere di Napoli, ma anche in quello di Benevento gli agenti della Polizia Penitenziaria hanno sventato una 'consegna' di microcellulari e droga con un drone. È accaduto la scorsa notte e a darne notizia è il sindacato autonomo della Polizia Penitenziaria Sappe che accende nuovamente i riflettori “sull’uso, da parte della criminalità, di droni per fare pervenire nelle strutture detentive telefonini e droga”, spiega Giuseppe Cimino, Consigliere nazionale per la Campania del Sappe, che da notizia di quanto avvenuto nelle ultime ore. Il sindacalista evidenzia che il personale di Polizia Penitenziaria di Benevento “nel corso della nottata, dopo che un poliziotto di servizio ha sentito l’inconfondibile rumore di un drone in volo, il personale di Polizia, dopo avere esperito tutte le procedure previste, ha provveduto ad effettuare una perquisizione che ha permesso il sequestro di sei smartphone, quattro micro cellulari e della sostanza stupefacente”. 

Il Segretario Generale Sappe, Donato Capece commenta che questo ultimo evento “conferma tutte le ipotesi investigative circa l'ormai conclamato fenomeno di traffico illecito a mezzo droni, fenomeno questo favorito anche dalla libertà di movimento dei detenuti a seguito del regime custodiale aperto e delle criticità operative attuali, in cui opera la Polizia Penitenziaria, con dei livelli minimi di sicurezza. Si pensi, ad esempio, al grave evento critico di Frosinone, avvenuto tempo fa, ove fece ingresso in Istituto una pistola con le stesse modalità. Il compiacimento del SAPPE va al personale del Reparto di Polizia Penitenziario di Benevento”.

“I droni – tuonano dal Sappe -, se da un lato hanno grandi possibilità di sviluppo, comportano, però, anche innumerevoli questioni in termini di privacy e di sicurezza, in quanto per la loro natura si prestano ad essere impiegati in diverse attività illecite. Con riferimento alla sicurezza negli Istituti penitenziari, è dal 2015 che abbiamo denunciato l’introduzione illecita di sostanze stupefacenti, e di oggetti comunque non consentiti, all’interno degli Istituti penitenziari, mediante appunto l’utilizzo dei droni. Pensiamo cosa potrebbe accadere se un drone riuscisse a trasportare esplosivo o armi dentro a un carcere, come per altro è successo alcuni mesi fa in quello di Frosinone quando un detenuto prese in ostaggio il personale di Polizia con una pistola giunta col drone… Io credo – tuona Capece - che la Polizia Penitenziaria debba disporre di un Nucleo di poliziotti penitenziari specializzati ed esperti nell’utilizzo e nella gestione dei droni sia in ottica preventiva che dissuasiva dei fenomeni di violazione degli spazi penitenziari o di introduzione di materiale illecito di qualsiasi natura. Per altro i droni si prestano bene alla ricognizione delle aree vicine ad un carcere e possono fornire valido aiuto: pensiamo, ad esempio, in caso di evasione giacché consentono velocemente di rilevare e monitorare ampi spazi senza essere visti. Ovviamente al drone si devono accompagnare strumenti di ultima generazione, ad esempio software in grado di utilizzare i frame dei video mandati alle centrali operative e, soprattutto, una formazione specializzata per il personale.”