Torre medievale, 3 prescrizioni,1 proscioglimento e 1 rinvio a giudizio

Benevento. Lavori a Cerreto, processo per corruzione solo per capo ufficio tecnico del Comune

torre medievale 3 prescrizioni 1 proscioglimento e 1 rinvio a giudizio

Accuse a vario titolo di turbativa di gara ed abuso d'ufficio, prescrizione per Pasquale Santagata, Dario Giovini, Angelo Carmine Giordano, prosciolto Marcello Rotili

Benevento.  

La dichiarazione di intervenuta prescrizione e il non luogo a procedere, rispettivamente, per le accuse di turbativa di gara ed abuso d'ufficio per quattro persone, il rinvio a giudizio di una quinta per corruzione. E' la decisione del gup Pietro Vinetti al termine dell'udienza preliminare a carico degli imputati per i quali la Procura aveva chiesto il processo per l’appalto dei lavori di restauro della Torre Civica Medievale a Cerreto Sannita.

La prescrizione è scattata, per la turbativa di gara, per il sindaco Pasquale Santagata (avvocato Alfonso Furgiuele), 68 anni, Angelo Carmine Giordano (avvocato Sergio Rando), 63 anni, di Solopaca, Dario Giovini (avvocati Vincenzo Cortellessa e Massimo Taffuri) , 58 anni, della provincia di Caserta, commissari di gara, e Letizio Napoletano (avvocato Nico Salomone), 67 anni, responsabile dell’Ufficio tecnico lavori pubblici del Comune.

Non doversi procedere, per l'abuso di ufficio, per Napoletano e il professore Marcello Rotili ( avvocati Luigi Marino e Maria Assunta Bovio), 75 anni, di Benevento. Un addebito prospettato per l'affidamento, nel 2015, dell'incarico di consulente archeologico, per la sorveglianza sui lavori di restauro della Torre, ad un allievo del docente universitario.

E' stato invece spedito a giudizio, il 24 novembre, lo stesso Napoletano, che rispondeva anche di corruzione.

Come più volte ricordato, l'indagine, diretta dalla Dda e condotta della guardia di finanza, era rimbalzata all'attenzione dell'opinione pubblica nel dicembre del 2018, quando Napoletano era finito agli arresti domiciliari sulla scorta di una ordinanza di custodia cautelare del Gip di Napoli adottata in una costola dell'inchiesta, denominata The Queen, 'deflagrata' nel marzo 2017, con decine di arresti scattati per una serie di gare di appalto nelle province di Napoli, Caserta e Benevento.

Tra esse anche quella per i lavori di restauro della Torre civica medievale di Cerreto Sannita, per la quale era stato tirato in ballo Napoletano, presidente della commissione, che nell'ottobre 2014 aveva aggiudicato la gara alla 'Bretto Opere stradali Srl', il cui amministratore gli avrebbe versato la somma di 10mila euro.

Nel corso dell'interrogatorio di garanzia l'allora 62enne aveva respinto ogni addebito, rivendicando la correttezza e la legittimità dell'aggiudicazione della gara, ed escludendo qualsiasi rapporto con i Sommese. Uno dei quali, Antonio, collaboratore di giustizia, nipote dell'ex assessore regionale Pasquale, aveva riferito di aver saputo dall'amministratore della 'Bretto Opere stradali Srl', la società che si era aggiudicata la gara, della presunta dazione di 10mila euro in favore di Napoletano.

Una circostanza non supportata da alcun contatto telefonico o da incontri, aveva fatto notare la difesa, che aveva impegnato l'ordinanza dinanzi al Riesame. Che l'aveva annullata, restituendo Napoletano alla libertà, dopo aver dichiarato l'incompetenza territoriale del Gip di Napoli, ed individuando come competente quello di Benevento.

La Procura partenopea aveva però tirato dritto e, dopo un supplemento di attività investigativa sulla posizione di Santagata, aveva proposto i rinvii a giudizio al Gup, che si era però dichiarato incompetente, con gli atti trasmessi, infine, alla Procura sannita.