“Non potete seguire la processione ma potete unirvi a me nella preghiera". E' stato questo l'invito dell'Arcivescovo di Benevento, Felice Accrocca che questa mattina porterà in processione il crocifisso spezzato dalle bombe.
Un atto penitenziale nel giorno del venerdì santo che assume il valore di una preghiera intensa in questo momento in cui la pandemia di coronavirus minaccia l'umanità. In processione, da solo, con il Crocifisso per unire idealmente due luoghi simbolo della sofferenza e della cura, a Benevento, l’Ospedale Sacro Cuore di Gesù e l’Azienda Ospedaliera S. Pio.
Dalle 12 l'Arcivescovo porterà il crocifisso tra le vie della città, da un ospedale all’altro. Non sarà possibile la partecipazione della comunità dunque Accrocca procederà solo, in silenzio, durante le ore dell’agonia di Gesù, “quando – dice il Vangelo – ‘si fece buio su tutta la terra’. Nei giorni bui che stiamo vivendo, un tal segno – oltre che espressione di fede nei confronti del Crocifisso, di Colui, cioè, che ‘si è caricato delle nostre sofferenze’, che ‘è stato trafitto per le nostre iniquità’ – diviene anche invito a non perdere la speranza, a mantenere integra la fiducia in Dio, nella certezza che Egli non ci abbandona”.
“Lungo il percorso, si potranno esporre segni (una candela, un lenzuolo bianco…); ci si potrà affacciare dalle finestre e dai balconi per accompagnare il cammino del Signore senza scendere in strada; nelle case, tutti sono invitati a un momento di preghiera in memoria di quel dono di Amore che Cristo ha fatto per noi”, precisa la nota.
Sulla croce “sarà fissato un Crocifisso attualmente nel Museo diocesano: si tratta del Crocifisso “spezzato in due”, in origine parte di un corredo dono del card. Vincenzo Maria Orsini nel 1724, anno in cui l’arcivescovo di Benevento fu elevato al soglio pontificio con il nome di Benedetto XIII. Il Crocifisso era collocato sull’altare maggiore della cattedrale al momento delle incursioni aeree anglo-americane della domenica 12 settembre 1943. Oggi si eleva, come la Croce di Coventry, a simbolo della violenza cieca e distruttrice apportata dagli uomini e a severo ammonimento contro ogni guerra”.
“Questo Crocifisso vuol essere un segno nel segno: spezzato in due dalle bombe, ci ricorda che il Cristo viene continuamente trafitto dalle iniquità degli uomini; sopravvissuto a quell’immane tragedia che fu il secondo conflitto mondiale, oltre che monito contro ogni guerra e ingiustizia, quel Crocifisso, che ha accompagnato e sostenuto la rinascita della nostra gente, diventa ora per noi invito a rialzarci, dopo la tragedia presente, e a riprendere con fiducia il cammino, nella certezza che il Cristo, morto per noi, non ci farà mancare il suo aiuto”.
Già questa mattina Accrocca ha portato la croce nel carcere, passando all’esterno dei vari padiglioni.
Oggi pomeriggio, poi, alle 17 in Cattedrale la celebrazione della passione del Signore.