Primarie Pd, Caputo: non si abbia paura

" Le partite politiche si vincono sul campo, non a tavolino"

Avellino.  

 

"Da tempo ormai nel Pd assistiamo ad un gioco al massacro tra opposte fazioni in perenne conflitto, che ha trasformato la celebrazione delle primarie, strumento statutario che dovrebbe rappresentare il DNA del partito, quale momento indispensabile di democrazia ed ampliamento della rete partecipativa del cittadino, in un assurdo regolamento di conti tra correnti interne, che lacera rapporti e disorienta l’elettorato. Ritengo che le primarie per l’indicazione del candidato governatore, ma anche per i candidati di lista del territorio, vadano tenute perché le partite politiche, se si ha coraggio, vanno giocate e vinte sul campo e non a tavolino". 

Così Antonio Felice Caputo, membro del Pd provinciale e già sindaco di Aiello del Sabato in una nota. "Il timore che la consultazione possa trasformarsi in una rissa non può giustificare di per sé la scelta di scorciatoie. Un partito serio non deve avere paura del confronto e della competizione, ma stabilisce regole adeguate per evitare divisioni e forzature. A meno che, da parte di qualcuno, non vi sia la sottaciuta preoccupazione che la base possa effettuare scelte differenti da quelle pianificate da una parte della dirigenza. Non si spiega altrimenti la posizione di chi ieri considerava le primarie un passaggio indispensabile dell’agire democratico e oggi è pronto ad adottare altre soluzioni. Non andrebbe dimenticato quanto è successo per la scelta del candidato sindaco di Avellino, con il maldestro annullamento della consultazione, che resta ancora un passaggio grigio e non privo di conseguenze per il Pd irpino. Nonostante tutto, in quella occasione, da parte di chi vive la militanza politica con serietà e correttezza non è mancato il sostegno ad una persona seria come Paolo Foti. Gli errori, però, non possono essere ripetuti. Non ho difficoltà a dichiarare che, come in passato ho supportato la linea di Bersani, in questa fase sostengo convintamente il nuovo corso di Renzi, che può determinare la crescita del partito e del Paese, benché trovi contradditoria la decisione della segreteria nazionale di introdurre nella nuova legge elettorale i capilista bloccati. Ho l’impressione, infatti, che in talune circostanze si tradisca per convenienza lo spirito innovatore del renzismo prima maniera, che ha portato il segretario nazionale del Pd alla guida dell’Italia ed i nostri conterranei Valentina Paris e Luigi Famiglietti in Parlamento, a difendere gli interessi del territorio".