Montefalcione, accusati di abbandono di incapace: tutti assolti

Ad emettere la sentenza i giudici della Corte di Assise di Avellino presieduta da Scarlato

montefalcione accusati di abbandono di incapace tutti assolti
Montefalcione.  

di Paola Iandolo

Assolti con formula piena "perchè il fatto non sussiste" dalle accuse di omicidio colposo e abbandono d'incapaci. Ad emettere la sentenza di assoluzione i giudici della Corte di Assise di Avellino nei confronti di W. V. amministratore e direttore della Casa di riposo "Villa Troisi", S. P. e A.D.A. in qualità di infermiere, R. B. in quanto medico curante che visitò l’anziana Filomena D’Argenio, poco prima del ricovero in ospedale. Dopo una lunga istruttoria dibattimentale - nel corso della quale sono stati ascoltati anche i familiari dell'anziana - è stata emessa la sentenza di assoluzione per tutti. I familiari della vittima, costituitisi parte civile, sono stati rappresentati dall’avvocato Rosaria Vietri. Gli imputati sono stati difesi dagli avvocati Claudio Frongillo, Ennio Napolillo e Carlo Guidotti del foro di Salerno.

La ricostruzione

I familiari dell’anziana deceduta presentarono una serie di denunce dopo il ricovero urgente e il successivo decesso della donna, avvenuto all’ospedale “San Giuseppe Moscati” di Avellino il 29 maggio 2018 a causa delle critiche condizioni di salute riscontrate dai sanitari del presidio ospedaliero. Stando all’ipotesi accusatoria, all’anziana, ospite della struttura di Montefalcione, nel momento in cui fu visitata dalla dottoressa R.B, non fu diagnosticato lo stato di malnutrizione calorico proteica, la sindrome da allettamento con piaghe di decubito di III grado e lo stato di disidratazione ipertonica.  Ad avviso degli inquirenti, gli imputati in concorso tra di loro e a cagione delle condotte e delle omissioni nella diagnosi delle patologie da cui era affetta l’anziana avrebbero causato la morte della stessa, avvenuta successivamente presso il nosocomio di Contrada Amoretta, per arresto cardiocircolatorio.  Il pubblico ministero nel corso della sua requisitoria aveva chiesto condanne di pochi mesi per alcuni degli imputati.