Per mesi lo si dava in corsa per Palazzo San Giacomo, come possibile successore di Luigi De Magistris alla guida della città di Napoli. In queste ore il suo nome viene indicato negli ambienti regionali del Pd come quello più accreditato per la candidatura unitaria alla presidenza della Campania. Gennaro Migliore, transitato da Sel (partito che ha contribuito a fondare nel 2009 come ex dirigente di Rifondazione Comunista) ai Democratici il 18 giugno scorso, (quando si è dimesso da capogruppo alla Camera per votare il decreto sugli 80 euro in busta paga), sembra la carta scelta da Matteo Renzi per prevenire il rischio di inquinamento delle primarie in Campania, come invece avvenne nel 2011. A giugno compirà 47 anni Gennaro Migliore, che si è laureato con il massimo dei voti in Fisica presso la Facoltà di Scienze Matematiche alla Federico II di Napoli.
Ha cominciato a far politica alle scuole superiori, promuovendo iniziative per la pace e contro la camorra. Nella sua già significativa carriera parlamentare, ha avuto modo di occuparsi di problemi della giustizia e comunicazioni di massa, ma soprattutto ha assunto la responsabilità di coordinare gruppi di deputati, affinando le proprie doti di mediatore politico in sede istituzionale. Pur provenendo dal movimentismo e da ambienti politici finiti in rotta di collisione con il Centrosinistra di Prodi e con il Pd di Veltroni, Migliore raccoglie simpatie e apprezzamenti tra i moderati e i cattolico-democratici. Recentemente, l’ex premier Ciriaco De Mita lo ha citato unitamente al capogruppo Pd a Montecitorio, Roberto Speranza, non nascondendo la propria considerazione sul piano politico per entrambi.
Come Speranza, anche Gennaro Migliore riconosce il primato programmatico del partito sulla leadership. In questo senso, viene inquadrato come potenziale pacificatore di un partito che in Campania risulta preda di fazioni più che di correnti territoriali, come le primarie per la elezione del segretario hanno dimostrato. «Il Pd deve essere un partito che vince e che, avendo una vocazione maggioritaria, sia in grado di contenere realtà diverse: da Gennaro Migliore ad Andrea Romano...», affermò ad ottobre nella direzione Pd il segretario Matteo Renzi, annunciando la nascita del cosiddetto ‘Partito della Nazione’.
Scegliendo Migliore come candidato governatore in Campania, il segretario nazionale del Pd sembra puntare a sanare quella frattura profonda nella sinistra regionale, che l’epilogo della stagione bassoliniana ha reso incolmabile, favorendo la crescita di un centrodestra fino al 2008 minoritario (ma che ancora nelle politiche del 2013 è riuscito a sottrarre ai Democratici il premio di maggioranza al Senato). Con Migliore l’obiettivo è assorbire pezzi della sinistra, allargando il partito. «Non posso accettare che questa sia una confederazione, non voglio che lo sia», precisò Renzi alla direzione di ottobre, chiarendo cosa intedesse per ‘partito della Nazione’. Nelle prossime ore si vedrà se questo tentativo è destinato ad andare in porto.
Christian Masiello