Solofra, Truffa informatica: sei indagati hanno fatto scena muta davanti al gip

Domani proseguiranno gli interrogatori di garanzia per altri sette indagati

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Solofra.  

 

 

di Paola Iandolo 

Truffa informatica: si sono avvalsi tutti della facoltà di non rispondere, nel corso degli interrogatori di garanzia davanti al gip del tribunale di Salerno, i primi sei indagati.  Hanno fatto scena muta i due fidanzati G.G. 33enne di Montoro e il suo fidanzato V.S.C. di Bracigliano, (entrambi agli arresti domiciliari) per P.P. 26enne di Solofra sottoposto all’obbligo di dimora difeso dall'avvocato Danilo Iacobacci, D.S. agli arresti domiciliari, A.R. di Nocera Inferiore e F.P.M entrambi sottoposti all’obbligo di dimora e difeso dall’avvocato Rolando Iorio. In tutto sono quattordici gli indagati. Altri due irpini non sono stati sottoposti alle misure.

Le accuse

I destinatari dell'ordinanza rispondono a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata all'accesso abusivo a sistemi telematici, riciclaggio di denaro sottratto mediante truffa informatica effettuata a seguito della captazione fraudolenta delle credenziali di accesso ad home banking, con trafugamento di ingenti somme di denaro e trasferimento delle stesse su propri conti correnti e carte prepagate. A notificare i provvedimenti i carabinieri della compagnia di Solofra che hanno svolto l'attività di indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Salerno. L’attività di indagine è stata avviata nel 2021 dai carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile di Solofra. Tutto ha avuto origine dal controllo di una coppia di fidanzati (G. G. e V. S. C.). I due furono trovati a Solofra in possesso di cellulari e carte di credito intestate a terze persone. Le successive indagini hanno permesso di ipotizzare l'esistenza di un gruppo criminale operante in campo nazionale e anche all'estero, composto da soggetti dediti al riciclaggio di denaro sottratto con il sistema del phishing. La truffa effettuata su internet attraverso la quale si cerca di ingannare la vittima, convincendola a fornire informazioni personali, dati finanziari o codici di accesso, per poi utilizzarli indebitamente a fini di profitto. L'organizzazione avrebbe prosciugato il conto intestato a una coppia di milanesi, in brevissimo tempo, per un ammontare di circa 125mila euro e al successivo riciclaggio delle somme di denaro. 

Il ruolo della donna di Montoro e del giovane di Solofra

Dalle investigazioni è emerso il ruolo di primo piano che avrebbe avuto G. G. Seconda l'accusa rivestirebbe quello di «perno organizzativo delle operazioni di prelievo del denaro di provenienza illecita». Inoltre, pur essendo incensurata avrebbe manifestato «una peculiare propensione a delinquere, mostrandosi desiderosa di guadagni sempre maggiori e insensibile alle prevedibili conseguenze di tale scelta di vita. In base all'accusa, P.P. aveva il duplice ruolo di riciclatore, cioè «colui che prelevava presso le casse degli uffici postali i proventi delle truffe, mansione retribuita con la percentuale del 6%, nonché procacciatore di ulteriori persone disponibili ad intestarsi un conto corrente, mansione per la quale veniva retribuito con la percentuale dell'1%».