di Paola Iandolo
Non sono mancati momenti di tensione nell’aula di Corte di Assise di Avellino, dopo le richieste avanzate dal pubblico ministero Vincenzo Russo. L’imputato Giovanni Limata ha dato segni di insofferenza dopo aver appreso la richiesta di 24 anni di reclusione per lui e per l’ex fidanzata Elena Gioia. Il 23enne di Cervinara, accusato dell’omicidio di Aldo Gioia, ha dato anche delle testate alla porta mentre usciva dalla cella di sicurezza. Avrebbe perso anche i sensi e gli agenti, dopo averlo fatto riprendere, lo hanno tradotto in carcere. Inoltre più volte è stata ripresa anche la madre dell’imputato dal presidente Giampiero Scarlato ed è stata allontanata dall’aula. Assente l'imputata Elena Gioia, figlia della vittima, alla requisitoria del pubblico ministero.
Discussione avvocato Brigida Cesta, difensore dei fratelli Gioia
“I fratelli di Aldo Gioia quella sera hanno ricevuto le telefonate più brutte della loro vita – ha evidenziato il difensore – abbiamo avuto un'attenzione profonda nei confronti degli imputati, li abbiamo sempre rispettati anche oggi, abbiamo rispettato le loro intemperanze, nonostante i fratelli e la moglie sono le seconde vittime”. Il difensore di parte civile ha depositato le conclusioni scritte e la richiesta di provvisionale immediatamente esecutiva “per dare il giusto valore a quello che è successo… non c'è più uomo anche lui giovane. Chiediamo l'applicazione della pena che si ritiene più giusta. Non deve passare il messaggio che poichè sono giovani possono farla franca”.
La prossima udienza è fissata per il 24 maggio quando la parola passeràmalle difese degli imputati, gli avvocati Rolando Iorio difensore di Giovanni Limata e l'avvocato Livia Rossi, difensore di Elena Gioia. Dopo la camera di consiglio, mercoledì prossimo potrebbe essere emessa la sentenza.
Discussione avvocato Francesca Sartori, difensore della moglie Liana Ferraiolo
L'avvocato di parte civile, nominata dalla moglie della vittima e dall'altra figlia Emilia (entrambe costituite solo nei confronti di Giovanni Limata) non si è associata alla richiesta del pubblico ministero Vincenzo Russo.
"Parlare di sola immaturità è semplicistico e riduttivo. Non è una questione di mera immaturità, c'è un problema di natura psichiatrica che l'istruttoria dibattimentale ha dimostrato. Ho chiarito come l’analisi del pm non sia stata completa perché non ha valutato e considerato tutte le circostanze del caso concreto, la personalità di Elena che era minorenne, le sue problematiche (insicura, immatura, complessata, da cui l’aumento di peso e la sintomatologia invalidante della fibromialgia, che anche se diagnosticata solo nel 2021, Elena nera affetta già da diverso tempo). L'analisi della consulente del pm è parziale perché non esamina l' aspetto dinamico della relazione e in quale modo questa relazione si è evoluta progressivamente in una relazione psicotico delirante. I due ragazzi si erano catapultati in una realtà parallela completamente scollegata dalla realtà, acuita e favorita dalle loro personalità disturbate e dalla realtà virtuale che vivevano. I due si sono visti non più di cinque volte e quindi vivevano in una realtà virtuale senza riscontro con dati reali. In verità, a parere di questa difesa, doveva essere esaminato tutto il contesto, tutte le circostanze emerse, tutte le problematiche di Elena e in che modo Elena è stata terreno fertile per l’assorbimento dei tratti psicotici di Limata e terreno fertile per l’evoluzione progressiva psicotica della loro relazione, che, proprio in questa loro relazione, si è sviluppata la psicosi. Infatti, il compito della corte è quella di andare aldilà delle apparenze e esaminare ed indagare bene in che modo a inciso il tutto sulla personalità di Elena. Questa difesa infatti condivide le conclusioni formulate dal professor Ferracuti, consulente della difesa di Elena Gioia che analizzato la copiosa messaggistica e somministrato i test Per documentare scientificamente l’evoluzione psicotica progressiva della relazione e soprattutto in quale modo è inciso su Elena. Elena ha assorbito subito i tratti dominanti manipolativi di Limata, come chiarito anche dalla consulente Perrella del pubblico ministero. Pur tuttavia in questa dinamica di coppia, la dottoressa Perrella non approfondisce l’aspetto dinamico di questa relazione. Nel mentre i due ragazzi erano avvolti nella loro bolla di garante, Selina Nanni, Sonia Guerriero e Sara Clemente sapevano tutto, non hanno fatto nulla e anzi, hanno agevolato Giovanni Limata. Quindi la corte dovrà tenere conto di reati commessi come le false dichiarazioni al pubblico ministero, favoreggiamento personale e falsa testimonianza. Le tre si sono contraddette ed è emerso che sapevano tutto".