Procedura concorsuale “Augusto Picariello”, rigettata la richiesta di applicazione del sequestro preventivo di un milione e 300mila euro nei confronti di un noto avvocato avellinese E.C. S (difeso dall’avvocato Benedetto De Maio) nominato nel 1989, insieme ad altri due professionisti non indagati, componente del comitato liquidatori. Il noto professionista rimane iscritto nel registro degli indagati con l’ipotesi accusatoria di appropriazione indebita.
L’avvocato De Maio precisa “il riesame, confermando il provvedimento del gip, ha sostenuto che non è ipotizzabile il reato di peculato”. Intanto le indagini sull’intera procedura concorsuale finita nel mirino della procura avellinese proseguono dopo la richiesta di proroga delle indagini avanzata dal pubblico ministero Antonella Salvatore. Non è escluso che possa essere presentato il ricorso in Cassazione da parte della pubblica accusa avverso l’ordinanza di rigetto di applicazione della misura cautelare reale.
La ricostruzione dei fatti
La ditta edile “Augusto Picariello” in questione chiudeva con un attivo di un milione e trecentomila, ma il noto professionista, non dichiarava mai chiuso il concordato preventivo, stando a quanto sostenuto dagli inquirenti. Chiusura della procedura di concordato che alla luce delle voci in attivo, avrebbe riabilitato di fatto la ditta di Augusto Picariello.
Dopo vari solleciti anche da parte del titolare dell’azienda e anche a seguito delle denunce presentate dai suoi familiari dopo il decesso (avvenuto nel 2021 quando la procedura concorsuale apertasi oltre venti anni prima non era stata ancora definita) il giudice civile Gaetano Guglielmo, del tribunale di Avellino provvide a convocare il noto professionista per comprendere le ragioni del suo comportamento sul concordato Picariello. Incontro che andò deserto e dunque il giudice Guglielmo lo rimosse dal suo incarico inviando gli atti in procura, poiché ravvisò ipotesi di reato nella sua condotta.
L’accusa formulata nei confronti del noto legale è di peculato e appropriazione indebita. Il pubblico ministero Antonella Salvatore aveva chiesto l’applicazione di un sequestro preventivo per equivalente. Richiesta rigettata dal gip del tribunale di Avellino, Marcello Rotondi. Rigetto della misura cautelare richiesta dalla procura impugnato dal pubblico ministero Salvatore - che ravvisa condotte illecite da parte del professionista - davanti al tribunale del riesame di Avellino, misure reali che ha nuovamente rigettato.