Marzo 2020. E' da allora che la piscina comunale di Avellino è chiusa. Da due anni cancelli sbarrati alla Polisportiva di via De Gasperi, cartelli ormai cancellati e sbiaditi dal tempo, erbacce, degrado, costose attrezzature lasciate abbandonate all'esterno e struttura che presenta i primi segni di ammaloramento sulla facciata. Una fotografia impietosa.
Prima l'esplosione del Covid e il lockdown del 2020, poi un bando non adeguato e ora i ritardi per pubblicarne un altro, più volte annunciato dal sindaco Gianluca Festa.
Nel frattempo i Cesaro, colpiti da un'interdittiva antimafia che li aveva estromessi, con una recente assoluzione potrebbero clamorosamente tornare in corsa per la gestione.
Per giunta, stanno finendo anche gli ammortizzatori dei 30 dipendenti che già prima della chiusura avevano continuato a lavorare senza certezze per il futuro.
La piscina, un tempo fiore all'occhiello, è solo l'ultimo capitolo di una gestione delle strutture sportive in città che, è il caso di dire, "fa acqua" da tutte le parti. Il Partenio sogna il grande restyling annunciato dal patron D'Agostino ma i lavori sono ancora al palo e il palazzetto dello sport ha praticamente abdicato da tempo alla sua funzione primaria tra un'infiltrazione d'acqua e un vaccino