di Simonetta Ieppariello
Aldo Loris Rossi è morto a 85 anni a Napoli, la sua città (era nato a Bisaccia, nell’osso dell’Irpinia), il 28 giugno. Era un architetto e urbanista, allievo di Wright e di Bruno Zevi. Rossi è stato per lunghi anni docente di Progettazione Architettonica alla Facoltà di Architettura dell'università Federico II, esponente del Razionalismo italiano. Fu candidato radicale per le elezioni regionali della Basilicata nel 2013.
Era nato nel quadrilatero dei paesi più poveri del Mezzogiorno, in quella terra dell'osso che tanto amava incorniciata tra vento e grano tra Bisaccia, Andretta, Lacedonia, Vallata. Rossi ha sempre rivendicato con orgoglio le sue origini contadine. Per Bisaccia e per il popolo del Formicoso aveva studiato un piano di sviluppo che ne avrebbe favorito il recupero, lo sognava e ci ha lavorato senza risparmiarsi. Sognava di cambiare il futuro e lo sviluppo delle grandi città italiane, Napoli in primo luogo, il Sud e le sue amate terre d'origine.
Loris Rossi progettò numerose opere, tra cui, le principali, la Casa dei lavoratori portuali nel porto di Napoli, un edificio residenziale in via San Giacomo dei Capri a Napoli, la stazione di Moregine della Circumvesuviana a Castellammare di Stabia, il complesso parrocchiale di Santa Maria della Libera a Portici. Firmò inoltre il piano urbanistico di Bisaccia per la ricostruzione dopo il terremoto del 1980.
E’ stato dal 2013, e fino al gennaio scorso, protagonista di una rubrica settimanale di Radio Radicale condotta da Enrico Salvatori, “Overshoot”. Era diventato una voce decisiva della politica e della radio radicali. Spiegava come Napoli sia stretta fra due virulente minacce sismiche, i Campi Flegrei e il Vesuvio, incombente su tre milioni di persone.
Il suo lavoro di architetto ha seguito il cammino dell'Architettura organica di Frank Lloyd Wright, ma non ha tralasciato anche altre fonti d'ispirazione come l'espressionismo, il futurismo, il neoplasticismo, il costruttivismo, sempre, comunque, in stretto connubio con in temi del Movimento Moderno ed all'interno di quei variegati sviluppi delRazionalismo Italiano. La sua architettura è stata tra le più originali nel contesto contemporaneo e si realizza attraverso l'articolazione dei volumi intorno ad un nucleo centrale, che vengono quasi esplosi all'esterno come da una forza centrifuga, seppur all'interno di un rigoroso controllo geometrico e strutturale. Diceva spesso: "bisogna rottamare la spazzatura edilizia post-bellica priva di qualità e non antisismica, attraverso un masterplan vertebrale e un sistema di trasporti intermodale che tenga conto anche delle questioni dell'ambiente".
Tanti i ricordi di amici e appassionati della sua grande lectio. Come Salvatore Visone che posta: Ci ha lasciato un pezzo dell'architettura napoletana: Aldo Loris Rossi.
"Uomo di enorme spessore culturale, valente architetto, professore di progettazione presso la Facoltá di Architettura di Napoli e componente ella Consulta urbanistica dell'ordine degli Architetti di Napoli.
Ogni volta che l'ho sentito parlare ho sempre imparato qualcosa di nuovo e di interessante.
Ci mancherai Aldo".
Commovente e appassionato ricordo quello di Luigi Rispoli:
Per me era un amico ed anche un riferimento. Ricordo le chiacchierate appassionate che ci facevamo nella sua casa-studio a Pizzofalcone con davanti lo spettacolo incomparabile del golfo di Napoli.
Devo a lui l'aver capito la fondamentale importanza dell'urbanistica quale elemento essenziale nelle scelte che determinano lo sviluppo del territorio e che guidano i processi di rigenerazione urbana.
Di qualunque aspetto della nostra città si parlava lui si avvicinava all'archivio e tirava fuori saggi, planimetrie e disegni, perché nella sua vita ha cercato sempre di dare risposte concrete ai problemi di Napoli.
L'ho conosciuto nel 1994 quando lo convinsi a presentare i Piani Particolareggiati dei quartieri del centro storico di Napoli, e organizzammo la prima mostra, di una lunga serie, all'interno del Chiostro di Sant'Eligio in Piazza Mercato.
Fu da allora che insieme promuovemmo la realizzazione del Parco della Marinella e non ci sembrò vero quando il Comune volle finanziare l'opera.
Lavori che devono essere ancora conclusi per il disinteresse mostrato successivamente dalle varie amministrazioni comunali che si sono succedute e che hanno affidato la direzione dei lavori in mani sbagliate.
Anche la riemersione della stazione Bayard al corso Garibaldi, terminale della prima ferrovia Napoli-Portici, fu un altro dei sogni che abbiamo accarezzato insieme e che non siamo riusciti a vedere realizzati.
Negli ultimi tempi ragionavamo spesso sulla centralità del Porto di Napoli quale volano per un reale processo di sviluppo della città ed uno degli ultimi suoi lavori è stata una pubblicazione che affrontava il tema del rifacimento del water front.
L'ultima volta che ci siamo sentiti, una ventina di giorni fa, è stato per organizzare un convegno che ironia della sorte si sarebbe dovuto svolgere proprio oggi. Avremmo voluto affrontare le vicende del Porto di Napoli per verificare lo stato dell'arte del Grande Progetto per il Porto di Napoli e per discutere della Zona economica speciale (Zes) istituita dalla Regione Campania.
Per questo oltre a Aldo Loris Rossi, mi avevano assicurato la loro partecipazione il Presidente dell'Autorità Portuale, Pietro Spirito, l'Ing.Marco Di Stefano, il consigliere comunale Andrea Santoro ed il giornalistaLuigi Mercogliano.
Un convegno che ho annullato proprio quando mi iniziavano a giungere notizie sul peggioramento delle sue condizioni di salute.
Quello che ci univa era l'amore per la città. Lui era radicale, molto amico di Marco Pannella, ma questo non gli impediva di dialogare con tutti e a me spesso ripeteva che, dopo i fallimenti della sinistra a Napoli occorreva che la Destra assumesse una iniziativa forte per risolvere gli atavici problemi della nostra area metropolitana.
Non mi stancavo mai di ascoltarlo e ho sempre giudicato un privilegio la sua sincera amicizia nei miei confronti, gli piaceva parlare per paradossi ed il suo modo di spiegare le cose rendeva tutto facile.
Spero che presto si possa veder concluso la realizzazione del Parco della Marinella e credo che sia anche giusto intitolarlo alla sua memoria.
Voglio salutarlo con il titolo di un libro di Leonardo Sciascia che lui amava moltissimo:
A futura memoria (se la memoria ha un futuro).