La Nargi, il parco e lo scatto con la quinta sulla fogna a cielo aperto

L'inceppo della propaganda, la realtà finta e la verità di un ambiente ucciso

la nargi il parco e lo scatto con la quinta sulla fogna a cielo aperto

La rappresentazione plastica della nemesi di una città che politicamente galleggia, come i “corpi” che riemergono dall'acqua seguendo il principio di Archimede

Avellino.  

C'è tutta la nemesi della città di Avellino in questo scatto realizzato in occasione della “sistemazione” del Parco Santo Spirito. L'inconsapevole propaganda, distratta dalla santificazione dell'ennesimo intervento di facciata (una ripulita, che in realtà dovrebbe essere quotidiana visto il numero di dipendenti e il costo della società che si occupa della pulizia della città), ha realizzato un book fotografico che è, e sarà, il sigillo su cosa significhi la politica di facciata e cosa, al contrario, rappresenti la realtà.

Immaginate la Nargi e lo slogan “si torna a respirare” con lei ritratta a fissare il San Francesco. La quinta è il Parco risistemato, lo sguardo è sul corso d'acqua. Una cosa buona, direte voi. Sì, certo.

Se uno vuole fermarsi alla facciata, alla velocità cui ci hanno oramai rimbambito i social.

La politica cotta e mangiata nel breve volgere di qualche secondo. La superficialità o galleggiamento. Già, proprio la riemersione. Il principio di Archimede di un corpo immerso in un fluido che riceve una spinta verso l'alto. Il Rio San Francesco è pieno di “corpi” che vengono spinti verso la superficie. Nargi fissa l'acqua come fosse un orizzonte possibile, pulito, invece presta lo sguardo e si spara “la posa” su una fogna a cielo aperto. Il tratto più inquinato di tutto il sistema fluviale Fenestrelle.

È l'idea dell'ambiente e dell'ambientalismo a buon mercato. Ha avuto un buon maestro Laura Nargi. Proprio quel Gianluca Festa, suo sindaco, che ha mosso i primi passi (oltre venti anni fa) nell'amministrazione comunale proponendo un intervento di ripulitura del Fenestrelle, risalendone le cause dell'inquinamento. Poi, l'idea del Parco è stata svenduta ai palazzinari, che attraverso l'urbanistica con regole mollicce ora ha messo mano nell'unico polmone di verde che poteva cambiare la città. Case coloniche diventate condomini a 5 piani, perché l'ambiente va bene, ma uno che ti sostiene in campagna elettorale... vuoi mettere?

Ed è così che, santificata dalla propaganda, l'anima poi te la ritrovi nel purgatorio del miglior offerente. E per mettere mano al verde e all'ambiente pulito per i nostri figli non bastano i trenta denari di un Giuda qualsiasi. Ci vogliono i progetti non i post, cara Nargi.