"La Campania è la prima del Sud perché ha fatto da acceleratore alle politiche economiche nazionali". Lo ha dichiarato - in merito alla crescita della regione - il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, oggi a Salerno per l'assemblea pubblica degli industriali alla quale ha preso parte anche il ministro dell'Economia e delle Finanze Pier Carlo Padoan e il presidente della regione Campania Vincenzo De Luca.
"È un bellissimo segnale ed è un messaggio di un paradigma di pensiero che in questo Paese deve cambiare. Prima decidiamo che cosa vogliamo definire nell'economia reale, poi individuiamo strumenti, quindi risorse e poi interveniamo sui saldi di bilancio. Non interveniamo sui saldi di bilancio prescindendo dagli effetti sull'economia reale; primato alla politica e valutazione della politica in funzione dei provvedimenti e dei risultati che questi realizzano sull'economia reale. Mi sembra, questa, una società post-ideologica con la quale dobbiamo fare tutti i conti, a partire da noi corpo intermedio dello Stato''.
“C'è ancora tanto lavoro da fare – ha aggiunto il governatore della Campania Vincenzo De Luca – intanto prendiamo atto che la Campania è ripartita. Non è più la regione impaludata nelle clientele. Noi abbiamo avuto questo risultato anche perchè abbiamo incentivato le startup, abbiamo destinato risorse importanti all’industria e al settore manifatturiero. 13mila euro per ogni nuovo assunto, abbiamo avuto in Campania il 40 per cento dei contratti di sviluppo approvati in Italia – continua De Luca -.
Abbiamo davanti la sfida di 13 miliardi di euro di fondi europei, nazionali e regionali da investire in pochi anni, abbiamo la sfida della sburocratizzazione, la più spinta e radicale possibile. Le criticità sono due in Campania e nel Sud: il tasso di emigrazione giovanile, soprattutto i giovani scolarizzati, tasso di disoccupazione giovanile alto. Mi auguro che nei prossimi mesi maturi un piano di lavoro per il Sud e che punti anche ad incrementare le assunzioni nella pubblica amministrazione. I giovani non credono più nel Paese perché in questa nazione si fa fatica a tradurre qualsiasi progetto in realtà”.
Sara Botte