Terremoto giudiziario su Salerno: arrestato il consigliere regionale Savastano

La Squadra Mobile ha eseguito dieci misure cautelari, anche il sindaco Napoli tra i 29 indagati

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Salerno.  

Un terremoto giudiziario si è abbattuto sulla città di Salerno. In queste ore gli agenti della Squadra Mobile di Salerno, agli ordini del vice questore Marcello Castello, stanno eseguendo dieci misure cautelari nell'ambito di un'inchiesta coordinata dalla Procura della Repubblica, guidata dal procuratore capo Giuseppe Borrelli. Tra i destinatari delle misure cautelari c'è anche Giovanni Savastano (detto Nino) consigliere regionale della Campania ed ex assessore alle Politiche Sociali del Comune di Salerno che è finito agli arresti domiciliari. Stessa misura è stata disposta anche per Luca Caselli, dirigente del settore ambiente del Comune di Salerno. In carcere, invece, è finito Fiorenzo Zoccola, presidente di una cooperativa sociale nonché gestore di fatto di diverse altre cooperative che avevano in gestione la manutenzione ordinaria e conservativa del patrimonio del Comune di Salerno. Per altre sette persone, inoltre, è stato disposto il divieto di dimora nel Comune di Salerno: si tratta degli imprenditori di fatto titolari delle cooperative, per reati di associazione a delinquere finalizzata alla turbata libertà degli incanti inerenti l'aggiudicazione dei predetti appalti. A Savastano e Zoccola, inoltre, viene contestato il reato di corruzione elettorale.   

Nell'inchiesta risulta coinvolto anche il sindaco di Salerno, Vincenzo Napoli, riconfermato alla guida della città appena una settimana fa. Il primo cittadino risulta tra gli indagati liberi insieme ad un altro dirigente comunale e ad un ex presidente di una società partecipata.  

Nel complesso i 29 indagati sono accusati a vario titolo di turbata libertà degli incanti, induzione indebita, associazione per delinquere ed un caso di corruzione elettorale. Il tutto è alla concessione di appalti pubblici nella città di Salerno e, in particolare, quelli legali al verde pubblico. La notizia ha subito fatto il giro della città, alimentando fibrillazione soprattutto negli ambienti della politica.