Continuare a incensare e festeggiare il Napoli campione, con l'onda lunga delle celebrazioni per lo scudetto, che arriveranno fino al 4 giugno (salvo anticipi) e daranno l'ultimo colpo a una festa iniziata ormai lo scorso inverno. Oppure, dare atto ai protagonisti di aver fatto una grande impresa e provare ad aprire una visione critica ma costruttiva. Ad esempio, sulla gestione del turnover in questo finale del campionato, sulla reale qualità delle cosidette riserve, e soprattutto riflettere sui rimpianti che comunque restano. Lo ha detto il presidente De Laurentiis, forse infastidendo l'allenatore: ci teneva a vincere la Champions League. O quantomeno arrivare alla finale. Sarebbe stato fattibile, di certo non impossibile. A maggior ragione se si guarda il Milan oggi, tra campionato e coppe: una squadra senza capo né coda, che eppure ha messo in crisi il Napoli nelle tre partite giocate di recente. Un rimpianto che forse anche i giocatori sentono, comprensibilmente oggi svuotati e stanchi.
Normale lasciare qualche punto per strada, soprattutto dopo che il lavoro è stato svolto. Però sarebbe brutto chiudere il campionato in modo anonimo, soprattutto pensando all'ultimo big match stagionale: domenica contro l'Inter. In particolare, è giusto che Spalletti dia spazio a chi ha giocato meno. Importante capire se queste seconde linee meritano il Napoli anche nella prossima stagione. tuttavia, concedere solo un tempo a un giocatore come Zerbin, o non far giocare affatto Gaetano, sembra una forzatura. Così come tenere in campo a tutti i costi Osimhen, anche quando è poco lucido come ieri a Monza. La classifica capocannonieri è importante, ma è un obiettivo che l'attaccante può conquistare anche senza rimanere in campo per forza 95 minuti e senza essere cercato con insistenza, togliendo imprevedibilità all'azione offensiva.