Solo un pizzico di amarezza: Napoli campione d'Italia ieri per appena 22 minuti, prima del gol di Dia che ha gelato il Maradona e rinviato la festa scudetto. Nessun dramma, perché il traguardo è praticamente raggiunto: manca solo la certezza aritmetica per cancellare qualsiasi pensiero e lasciarsi andare alla gioia per un traguardi inimmaginabile la scorsa estate. Tuttavia, anche se il lavoro è ormai completo, il Napoli non è più la squadra imbattibile - ingiocabile, come alcuni allenatori avversari l'hanno definita - di qualche settimana fa. Gli azzurri non sono più travolgenti e spietati. "Andiamo meno forte", ha ammesso con onestà Spalletti. Poca lucidità in avanti, troppa frenesia e pochi movimenti senza palla, soprattutto in attacco.
Questo ha fatto calare di molto la precisione sotto porta, anche in difesa c'è qualcosa che non va: anche contro la Salernitana si è rivista la solita ingenuità, con Dia lasciato libero di arrivare in porta, con tanto di tunnel a un inconsueto Osimhen in fase di ripiegamento. Eppure il lavoro è completo, inutile fare processi e creare allarmismi: a Udine servirà una prestazione normale, evitando di perdere. Essendo un turno infrasettimanale è possibile che Spalletti possa rimettere mano al turnover: ad esempio, gli ingressi di Elmas e Raspadori hanno dato vivacità al Napoli, che nel finale di gara contro la Salernitana ha dato la sensazione di poter ribaltare il risultato. Un appannato Kvaratskhelia e uno stanco Lobotka potrebbero partire dalla panchina, anche se Spalletti ha parlato ancora una volta di rotazioni a gara in corso. Ma il traguardo è centrato, e per poter festeggiare sarà sufficiente uno sforzo minimo.