Il Tribunale Amministrativo Regionale della Campania ha annullato l'interdittiva antimafia che aveva colpito la Caronte S.r.l., un'azienda di onoranze funebri con sede a Pomigliano d'Arco, e la conseguente revoca dell'autorizzazione comunale che ne impediva l'esercizio. La decisione, pubblicata il 25 febbraio 2025, è giunta dopo il ricorso presentato dalla stessa azienda contro il provvedimento emesso dalla Prefettura di Napoli il 21 maggio 2024.
L'interdittiva antimafia era stata motivata dal presunto rischio di infiltrazioni della criminalità organizzata nell'attività dell'azienda. Il provvedimento si basava sulla partecipazione del legale rappresentante della Caronte S.r.l. in una società, Pomilia S.r.l., che in passato era stata destinataria di un’interdittiva, e sulla presunta parentela del rappresentante legale con membri di un clan camorristico locale.
Tuttavia, il TAR ha ritenuto che gli elementi forniti a supporto dell'interdittiva fossero insufficienti e non probanti. In particolare, il Tribunale ha rilevato che una sentenza del Tribunale di Nola del 2013 aveva già accertato l'estinzione del clan Foria, citato dalla Prefettura. Inoltre, è emerso che non vi erano legami di parentela tra il rappresentante legale della Caronte S.r.l. e i membri del clan, come dimostrato da una ricostruzione genealogica del Comune di Pomigliano d'Arco.
Il TAR ha anche osservato che la Prefettura non aveva fornito prove concrete che giustificassero l'ipotesi di un condizionamento criminale effettivo sull'attività dell'impresa. Di conseguenza, la motivazione alla base dell'interdittiva è stata ritenuta carente sotto il profilo della proporzionalità e della ragionevolezza.
La decisione del TAR permette alla Caronte S.r.l. di riprendere le proprie attività, con la revoca dell'autorizzazione comunale che era stata annullata a causa dell'interdittiva. Inoltre, il Ministero dell'Interno è stato condannato al pagamento delle spese legali, quantificate in 1.500 euro.