"C'era una volta il Vomero. E non c'è più! Il quartiere collinare sta morendo, anzi, per certi aspetti, è già morto - esordisce Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, che al Vomero è nato ed è sempre vissuto, e che del quartiere collinare ha potuto osservare, descrivendolo in migliaia di comunicati e di lettere, il lento quanto inesorabile degrado soprattutto sociale oltre che urbano, pure ricoprendo ruoli istituzionali, come quando negli anni '80 fu eletto a capo della circoscrizione vomerese quale presidente -. I recenti episodi verificatisi nel popoloso quartiere collinare partenopeo, rappresentano solo la punta di un iceberg che parla, in maniera inquietante, oltre che di degrado e d'abbandono anche di solitudine e d'isolamento sociale.
Un linguaggio che potrebbe sembrare del tutto fuori luogo in un’area di poco più di due chilometri quadrati, abitata però da circa 40 mila napoletani, con una densità dunque intorno ai 20mila abitanti a chilometro quadrato – puntualizza Capodanno -. Tanti, se solo si pensi che la densità abitativa media italiana, riferita all'anno 2022, e di 195,4 abitanti a chilometro quadrato, meno di un centesimo di quella del Vomero.
Ma oramai i vomeresi vivono come tante monadi, ognuno per proprio conto, ignorando gli altri e ciò che accade nel loro intorno. Ci sono famiglie che abitano da lustri nei palazzi e non s’interessano neppure di sapere chi sono i loro vicini di pianerottolo. Lo sanno bene anche i ladri d’appartamento che agiscono sovente indisturbati, grazie anche al silenzio di quanti avvertono i rumori e gli strani movimenti e non fanno nulla per farli cogliere sul fatto, o gli aggressori d’inermi passanti, molti dei quali giovani, bersagli delle famigerate baby gang, che imperversano da lustri nel quartiere, e che sanno di poter contare sul fatto che difficilmente qualcuno interverrà a difendere i malcapitati “.
Vittime principali di questo stato di cose sono gli anziani, presenti in gran numero nel quartiere collinare - sottolinea Capodanno -, anche perché non è stata mai realizzata alcuna struttura pubblica al coperto ad essi destinata, per consentirgli d’incontrarsi e di socializzare. Persone avanti negli anni che hanno fatto però la fortuna di tanti privati che, vista la mancanza di analoghe strutture pubbliche, hanno trasformato civili abitazioni in “case per anziani” dove vengono applicate rette mensili iperboliche per ospitarli in una camera. Al Vomero ce ne sono tantissime – prosegue Capodanno -. Infatti dai dati demografici pubblicati sul sito del Comune di Napoli emerge che nell’ambito della Municipalità 5, costituita dai quartieri Vomero ed Arenella, il rapporto percentuale tra la popolazione con 65 anni e più e quella con meno di 15 anni, il cosiddetto indice di vecchiaia, scelto quale indicatore sintetico del grado di invecchiamento della popolazione, è il più alto delle 10 municipalità cittadine. Infatti, nella Municipalità 5 è pari a 191,14%, superiore al dato cittadino (114,42), e soprattutto superiore a quello nazionale (148,75%). In pratica, sulla collina, il numero di anziani è quasi il doppio di quello dei giovani.
A fronte di questo stato di cose, qui parzialmente descritto, bisogna rilevare il profondo cambiamento che il quartiere ha subito negli ultimi lustri, anche per la totale latitanza delle istituzioni preposte e la mancanza di un’idonea quanto indispensabile programmazione – osserva Capodanno -. Scomparsi quasi del tutto i luoghi di aggregazione sociale.
A partire dagli esercizi commerciali storici, la maggior parte dei quali erano a carattere familiare e si tramandavano da padre in figlio di generazioni di vomeresi, dove la gente s’intratteneva a parlare, al punto che alcuni si erano dotati anche di seggiole dove i clienti si accomodavano a conversare in attesa del loro turno, esercizi sostituiti da anonimi quanto glaciali megastore di marche internazionali, popolati di commessi che la sera prendono il metrò per tornarsene a casa. Chiuse molte librerie, come la libreria Guida Merliani, l'Internazionale, la libreria Loffredo, inagibile da oltre cinque anni l'unica biblioteca comunale, scomparse ben sei delle otto sale cinematografiche presenti negli anni ’60, sparito il megastore FNAC con il forum che negli anni era diventato un vero e proprio punto di riferimento per giovani e meno giovani con i suoi appuntamenti culturali quotidiani. Sono sorti invece come funghi bar, pub, ristoranti e sfizioserie. Insomma nel quartiere collinare oggi si riempiono le pance mentre per alimentare la mente non resta quasi nulla.
E la cosa più grave - conclude Capodanno - è che questa situazione già drammatica appare al momento del tutto irreversibile, anzi si aggrava ogni giorno di più, complice anche il degrado urbano, con strade trasformate, dalle sempre più frequenti buche e voragini, l'ultima delle quali nell'isola pedonale di via Scarlatti, in percorsi da Camel Trophy, con gli storici platani decimati dal cancro colorato e dal tingide lasciate le fossette vuote o con la sola ceppaia, con cumuli di spazzatura e suppellettili lasciate per giorni sulle carreggiate, con le aiuole ridotte in uno strato pietoso senza un filo d'erba e trasformate in ricettacoli di rifiuti, mentre le erbacce crescono come selve lungo diversi marciapiedi e il parco della villa Floridiana, unico polmone a verde pubblico del quartiere, è da anni ingabbiato in una selva di reticolati. Anche il tempo non è più lo stesso, dal momento che lo storico orologio di piazza Vanvitelli si è ancora una volta fermato, senza che si sia provveduto a rimetterlo in funzione. E intanto cresce la paura per la mancanza di sicurezza con ladri che entrano in azione a tutte le ore del giorno, svaligiando case ed esercizi commerciali. Sicché alla fine gli unici a fregarsi le mani sono delinquenti e malavitosi che, nel ventre molle del quartiere collinare, hanno negli anni costruito e consolidato le loro cospicue fortune".
Sulla grave situazione che si registra al Vomero Capodanno lancia l'ennesimo appello alle istituzioni preposte, sia a livello nazionale che locale, affinché intervengano per rilanciare l'antico "quartiere dei broccoli", conosciuto in tutto il mondo anche per il ricco patrimonio storico, artistico e culturale, purtroppo anch'esso in stato d'abbandono e di degrado, a partire da quello presente nell'area di San Martino.