Di Giacomo: "Dopo suicidio a Poggioreale siamo a sette morti in dieci giorni"

Una carneficina. Dall'inizio dell'anno si contano ben 24 vittime tra le sbarre

di giacomo dopo suicidio a poggioreale siamo a sette morti in dieci giorni

Dopo suicidio algerino a Poggioreale siamo a sette suicidi in dieci giorni, 24 morti dall’inizio dell’anno...

Napoli.  

“Con il suicidio del detenuto algerino di 32 anni nel carcere di Poggioreale salgono a 24 i suicidi negli istituti penitenziari dall’inizio dell’anno. È il settimo in dieci giorni e il terzo suicidio in Campania (due sono avvenuti nella stessa struttura, il terzo nella Rems di San Nicola Baronia), con 398 tentativi di suicidio complessivi. Gli agenti penitenziari sono stanchi di tenere il conteggio delle morti in cella e fare da necrofori”.
Così Aldo Di Giacomo, segretario generale del S.PP. per il quale “si conferma l’identikit del detenuto suicida che abbiamo delineato in questi giorni, vale a dire per età sempre più giovane, che in media già nel 2024 si è abbassata alla fascia under 35enni, il 70% dei casi è straniero, con al primo posto detenuti maghrebini, per problemi mentali con l’aumento del 40% di suicidi tra detenuti a disagio psichico che non avrebbero dovuto trovarsi in istituti penitenziati, tra i tossicodipendenti che sono un terzo della popolazione carceraria. I suicidi avvengono nelle prime settimane di detenzione o di trasferimento di carcere come nel caso del detenuto algerino a conferma della necessità della presa in cura psicologica già all’arrivo.

Ci sono carceri – Napoli Poggioreale, Modena, Verona, Firenze Sollicciano, Palermo Pagliarelli e Foggia– dove i decessi dei detenuti sono più numerosi e richiedono, insieme a più celeri accertamenti sulle reali cause, azioni, misure ed interventi efficaci e di emergenza. Sono tutti elementi che confermano l’urgenza di dare corso ad un piano di supporto psicologico con la presenza nelle carceri di psicologi, psichiatri, mediatori culturali, come di interpreti perché la mancanza di comunicazione incide tanto.

In questo scenario di morte è davvero singolare che la politica pensi di cavarsela con una mozione in Parlamento con l’ennesima sceneggiata di scontro tra maggioranza ed opposizioni. Per noi – dice Di Giacomo - proprio la mozione è la riprova della mancata volontà di ammettere un’emergenza prima di tutto sociale limitandosi ad impegnare il governo “a implementare ogni iniziativa utile allo sviluppo dell’esecuzione penale esterna e della giustizia ripartiva mediante investimenti su strutture e personale, nonché modifiche normative”. Altro che impegni futuri limitati a documenti di carta.

Ci sono misure urgenti da assumere come ha indicato il Presidente della Repubblica Mattarella particolarmente sensibile all’emergenza detenuti e polizia penitenziaria, un’emergenza che ha superato il punto limite con lo Stato incapace di garantire la vita delle persone che ha in custodia e la vita del personale oggetto di quotidiane