La ricostruzione è partita, ma per portarla a termine serve quasi un miliardo di euro. E' la stima del commissariato istituito dopo il sisma del 2017, che provocò due vittime e danni ingenti. A distanza di quasi sei anni c'è ancora del lavoro da fare.
Il documento fotografa lo stato di avanzamento dei lavori di riedificazione pubblica e privata ed il fabbisogno finanziario per gli interventi. Uno dei dati che emerge è che sono 1.015 gli edifici che risultano inagibili nei tre comuni isolani colpiti dal terremoto del 2017 e dalla frana del 2022: Lacco Ameno, Forio e Casamicciola. Emerge inoltre che il 31% degli edifici di Casamicciola Terme risulta inutilizzabile, mentre per Lacco Ameno e Forio le percentuali sono inferiori, rispettivamente del 14% e 0.5%, con la maggior parte degli edifici danneggiati situati nella parte più a monte dei due comuni.
Per mettere in moto la macchina della riedificazione è servito un cambio di passo: dal mese di marzo 2022 sono state emanate nove ordinanze in materia di ricostruzione e cinque ordinanze speciali che si aggiungono alle 19 emesse in precedenza. In particolare, con l'ordinanza 17/2022, sono state introdotte misure di semplificazione degli interventi di ricostruzione privata ridisegnando le procedure e istituendo una conferenza speciale dei servizi, fissando altresì tempi certi per la conclusione dei procedimenti amministrativi. I tempi medi di esame delle domande si sono ridotti da 262 a 65 giorni. Nonostante la sospensione delle attività dovuta alla frana attualmente il numero complessivo di contributi concessi (65), ha subìto un incremento in circa un anno del 168% rispetto al totale dei cinque anni precedenti mentre l'importo complessivo concesso ad oggi (pari a 22 milioni 182.877 euro) ha registrato un incremento del 505% nello stesso periodo. La percentuale di approvazione sul totale delle istanze pervenute è dell'80% circa e il commissariato prevede che quasi tutte quelle oggi in fase istruttoria si potranno definire positivamente.
Nella relazione si sottolinea inoltre che l'importo medio delle singole pratiche di richiesta contributo è passato da 100mila euro per i danni lievi e 500mila euro per i danni gravi, a circa 800mila euro: in sostanza si sta gradualmente passando ad una ricostruzione sempre più rivolta a edifici ed aggregati con un crescente numero di unità immobiliari, e ciò comporterà che un numero maggiore di cittadini potranno rientrare nelle proprie abitazioni.
Dopo sei anni quindi e nonostante i ritardi accumulati il processo di ricostruzione privata degli immobili danneggiati o distrutti dalle calamità naturali che hanno colpita Ischia pare essersi avviato compiutamente.