Lettera del vescovo ai fedeli «Preghiamo per chi è solo»

Il senso del Natale per Don Mimmo Battaglia

lettera del vescovo ai fedeli preghiamo per chi e solo

"Mi guardo attorno, e in tanti angoli scorgo coperte, come tovaglie di un altare, che riparano dal freddo i corpi e le anime di tanta gente delusa, disperata, afflitta"

Napoli.  

Don Mimmo battaglia, vescovo di Napoli, invia una lettera di auguri alla sua diocesi e la intitola “Abbi cura di me” per ricordare i poveri e gli umili. 

«È quasi Natale e non posso non ripensare alla gioia dei miei Natali, quando da piccolo, per le vie del mio paese, respiravo il tepore di una vita fatta di semplicità ed accoglienza. Era un tempo umile: rivedo mio nonno raccogliere con il polpastrello dell’indice le briciole di pane sparse sulla tavola, odo ancora le sue parole: “Per queste ci vogliono tre chicchi di grano e non vanno perse. Che venga Gesù a vivere nel luogo del vostro amore - scrive - e vi trovi pronti a renderlo vivo dinanzi a questo mondo. Dio  viene cme un bambino, non ha paura, si affida alle nostre mani e vive solo se qualcuno lo ama. Mi guardo attorno, e in tanti angoli scorgo coperte, come tovaglie di un altare, che riparano dal freddo i corpi e le anime di tanta gente delusa, disperata, afflitta. Ci provo anche io come i tanti volontari, ad avvicinarmi, ma la solitudine che guardo e respiro ad occhi chiusi è la stessa che mi attanaglia l’anima». È una lunga lettera, quella di Battaglia, che si iterroga anche sulla “ricerca del Natale”. Che cosa vuol dire? Don Mimmo lo spiega: «Scorgere la luce della mangiatoia, fioca anch’essa, ma capace di illuminare di fiducia e attesa gli spazi abitati e i secoli di vita». Una luce che - secondo il vescovo - allontana il buio, rinnova la vita, la rigenera, la rinfranca. «Accanto a voi, fratelli e sorelle, raccolgo come mio nonno, briciole di dignità, di fatica, di speranza: per queste ci vogliono diversi chicchi di grano. Anche Betlemme vuol dire “terra del pane”: per arrivare ad essere pane c’è un lungo cammino da compiere, un lavoro duro in cui si eliminano cortecce, involucri e gusci protettivi finchè non appaia il buono nascosto in ogni cuore. Spiga dentro la paglia, chicco dentro la spiga, farina dentro il chicco. Al buono di ciascuno Dio arriverà. Come pane buono che nutre la vita, impareremo a scorgere la Sua luce e, in quella luce, la speranza. Una speranza che si fa ripartenza, coraggio, resistenza».