Il Tar riapre cava Olivella. Manzi: «Nolano morto e sepolto»

Il rammarico del sindaco che aveva emesso l'ordinanza di chiusura per tutelare la salute cittadina

Casamarciano.  

Il Tribunale amministrativo della Campania ha sospeso l’ordinanza con cui il Comune di Casamarciano lo scorso 5 settembre ha disposto la chiusura della cava di località Olivella. L’ente aveva ordinato lo stop alla attività estrattiva dopo le vibranti proteste dei cittadini della frazione Schiava e a seguito di verifiche ambientali da cui è emersa l’eccessiva produzione “di polveri sottili e diffuse” e l’inquinamento “sonoro e ambientale”.

Con decreto pronunciato il 13 settembre, i giudici amministrativi hanno accolto il ricorso della Edilcalcestruzzo e sospeso l’ordinanza. Il caso verrà discusso nel merito il prossimo 10 ottobre.

«Il Tar- dichiara il sindaco di Casamarciano, Andrea Manzi - dinanzi alle ragioni della società, che alla nostra ordinanza ha opposto il rischio di licenziamento collettivo, ha effettuato una scelta di natura tecnica privilegiando la questione occupazionale a dispetto del diritto alla salute. Di fronte a questo stop, noi non ci arrendiamo e siamo pronti a difendere a tutti i livelli le nostre motivazioni, fondate sulla salvaguardia dell’ambiente e della salute dei cittadini».

«Ancora una volta, però, dobbiamo constatare l’evidente ed ormai conclamato fallimento del sistema istituzionale dell’area nolana che pure in questa circostanza, che investe una tematica di interesse collettivo, si è mostrato diviso e privo di una strategia politica condivisa. Il problema inquinamento non viene affrontato sinergicamente, e si finisce per delegare il proprio ruolo ad “urlatori” dell’ambiente. Lo stesso accade su altri fronti: l’agenzia dell’area nolana non è in grado di offrire un vero sviluppo integrato, le emergenze territoriali sono affrontate dai singoli Comuni e mai discusse con reale cooperazione. L’area nolana è ormai morta e sepolta».