Il prezzo del gas risale e si porta sopra i 47 euro al megawattora con il mercato che monitora gli sviluppi della guerra tra Russia e Ucraina con Kiev che ha effettuato il suo primo attacco missilistico a lungo raggio e la minaccia del Cremlino di una risposta nucleare. Nel dettaglio i contratti Ttf su dicembre ad Amsterdam, mercato di riferimento, segnano un +0,6% a 47,16 euro. I prezzi sono aumentati negli ultimi giorni dopo che Gazprom ha fermato le forniture all'Austria a seguito di una controversia arbitrale ma i flussi hanno continuato a dirigersi verso altri acquirenti, ricorda Bloomberg che segnala come le spedizioni di gas russo attraverso l'Ucraina rimangono stabili per ora.
La Russia ha sempre considerato le armi nucleari come un mezzo di deterrenza, ha affermato oggi il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, citato dalle agenzie russe. Il presidente russo Vladimir Putin ha firmato oggi un decreto che approva i principi della politica statale russa nel campo della deterrenza nucleare. "Perché era necessario? Era necessario allineare i nostri principi alla situazione attuale, questa è la prima cosa. In secondo luogo, la Russia ha sempre considerato le armi nucleari come un mezzo di deterrenza, il cui uso è una misura estremamente forzata", ha detto Peskov ai giornalisti, aggiungendo che il documento dovrebbe essere analizzato a fondo sia in Russia che all'estero e dovrebbe chiarire che qualsiasi aggressione contro la Russia porterebbe a un'inevitabile ritorsione.
Peskov ha affermato che l'aggressione contro la Russia da parte di qualsiasi stato non nucleare con la partecipazione o il supporto di uno stato nucleare sarà considerata come un attacco congiunto, aggiungendo che la deterrenza nucleare mira a garantire che i potenziali avversari comprendano "l'inevitabilità della ritorsione" in caso di aggressione contro la Russia o i suoi alleati. "Tra le altre cose", il documento firmato da Putin "stabilisce che la Federazione Russa si riserva il diritto di usare armi nucleari in caso di aggressione con l'uso di armi convenzionali contro la Federazione Russa e/o la Repubblica di Bielorussia come membro dello Stato dell'Unione, che rappresenta una minaccia critica alla loro sovranità e/o integrità territoriale", ha affermato il portavoce. Peskov ha quindi specificato che una possibile aggressione contro la Russia o la Bielorussia da parte di un paese non nucleare sostenuto da un paese nucleare sarebbe considerata come un attacco congiunto, ai sensi del nuovo decreto. Il portavoce ha quindi precisato che la Russia ha assunto una posizione responsabile e le misure necessarie per ridurre la minaccia nucleare e prevenire l'aggravamento delle relazioni internazionali.