Un recente sondaggio del New York Times e del Siena College ha rivelato una crescente disillusione tra gli elettori americani riguardo alla democrazia statunitense. Quasi la metà degli intervistati sente che il sistema democratico non rappresenta efficacemente i cittadini comuni, mentre ben tre quarti credono che la democrazia sia a rischio. Tuttavia, il motivo di questa percezione di minaccia varia considerevolmente a seconda delle inclinazioni politiche: per molti elettori conservatori, i pericoli alla democrazia si identificano nella perdita dei valori tradizionali e nella percezione di frodi elettorali, temi ripetuti da Donald Trump e da altri leader populisti. Dall’altro lato, gli elettori progressisti indicano la diseguaglianza e il dominio dell’influenza politica da parte dei grandi gruppi economici come i problemi principali.
Gli ultimi quattro anni sono stati caratterizzati da un’escalation di eventi che hanno alimentato queste preoccupazioni: dall’assalto al Campidoglio nel 2021, alle accuse e alla condanna penale di Donald Trump, fino alla sua continua insistenza che il processo elettorale sia stato compromesso. La retorica politica è diventata sempre più aspra, con episodi come il recente comizio di Trump al Madison Square Garden, caratterizzato da commenti controversi da parte di vari oratori, mentre la vicepresidente Kamala Harris, in un comizio a Philadelphia, ha rivolto messaggi conciliatori alla comunità portoricana.
Il clima sociale ed economico aumenta le difficoltà: l’inflazione persistente, le crescenti tensioni culturali e le sfide geopolitiche contribuiscono al diffuso sentimento di frustrazione. Questi fattori hanno condotto il 58% degli elettori a dichiarare che i sistemi politico-finanziari americani necessitano di una riforma radicale. L’impressione diffusa è che le istituzioni non rispondano più alle necessità della cittadinanza e che servano piuttosto interessi particolari.
Il quadro che emerge è quello di una nazione divisa, in cui l’incertezza verso il futuro democratico si fonde con un desiderio di cambiamento e con la paura di una deriva antidemocratica, il tutto in un momento in cui la politica americana appare sempre più polarizzata e incapace di soddisfare le aspettative dei suoi cittadini.