Loro fissano attoniti la distruzione. Ovunque la trovino. Scendono ancora di casa con le buste in mano per fare la spesa.Come ogni giorno, ma i giorni non saranno più uguali. Poi incocciano la morte: quella dell'amico, del vicino al quale sorridevi ogni mattina, del ragazzino che giocava nel cortile con tuo figlio. Una roulette mortale indicata dai palazzi rigati di nero dalle bombe.
Iniziano sempre così le guerre, le "invasioni". Iniziano con i civili che fuggono di casa e si raccolgono in un teatro. Poi qualcuno ordina qualcosa e arriva un carro armato che butta giù il teatro, con la gente che è dentro. Per chi invade, quello è sangue di colore diverso dal proprio sangue, che sempre, dicono quelli che sparano con i cannoni sui ciclisti, stare dalla parte della ragione.
Vladimir Putin, il presidente russo, ieri si è scagliato contro l'Occidente per l'incursione di una settimana dell'Ucraina nella regione russa di Kursk. I suoi commenti sono un segno che l'assalto transfrontaliero ha destabilizzato il Cremlino. Anche se Mosca si è affrettata a rispondere, le sue forze hanno continuato i loro attacchi nell'Ucraina orientale, hanno affermato funzionari militari di Kiev.
"L'Occidente ci sta combattendo con le mani degli ucraini", ha detto Putin in un incontro televisivo con alti funzionari, aggiungendo: "Il nemico otterrà sicuramente la risposta che merita e tutti i nostri obiettivi, senza dubbio, saranno raggiunti".
Il governatore facente funzione di Kursk ha detto a Putin che 28 città e villaggi erano sotto il controllo dell'Ucraina. Ha detto che le sue truppe si erano spinte per quasi 12 chilometri nel territorio russo. Tuttavia, il capo delle forze armate ucraine ha rivendicato il controllo di più del doppio del territorio, "circa 1.000 chilometri quadrati".
Gli analisti hanno affermato che la mossa dell'Ucraina aveva due obiettivi principali: distogliere le forze russe dalle linee del fronte nell'Ucraina orientale e conquistare un territorio che potrebbe fungere da merce di scambio nei futuri negoziati di pace. Putin ha insistito sul fatto che l'attacco non avrebbe ammorbidito la sua posizione negoziale.
In mezzo a tutto questo, c'è la gente comune. Abituata a fare il tifo. Propensa a schierarsi con il dittatore forte. Tributi del pensiero unico.