SpaceX è tornata nello spazio. La società di Elon Musk aveva mandato in orbita due astronauti statunitensi, diventando così la prima compagnia privata a riuscire in una missione di questo tipo. Per i vertici della NASA, la missione con l’invio di quattro astronauti (tre statunitensi e un giapponese) sulla stazione spaziale internazionale (ISS), può essere considerata ancora più importante di quanto accaduto il 30 maggio, definendola come una pietra miliare nel trasporto degli esseri umani nello spazio. SpaceX fornirà regolarmente voli da e per lo spazio e si prevede nei prossimi anni lo sviluppo di un vero e proprio turismo spaziale, con due accordi siglati privatamente già a partire dal 2021.
Grazie al nuovo sistema fornito dalla compagnia fondata da Musk, invece, l’agenzia prevede di spendere 55 milioni di dollari a persona per utilizzare Crew Dragon. La competizione tra due società private come Boeing e SpaceX, le avrebbe fatto risparmiare, secondo una stima, tra i 20 e i 30 miliardi di dollari. Il lancio, previsto inizialmente per sabato è stato rinviato a causa del maltempo, e non ha visto la presenza di Elon Musk al Kennedy Space Center, sospettato di aver contratto il Coronavirus. Un fatto messo in dubbio dallo stesso CEO di Tesla, il quale ha polemizzato sull’esito dei tamponi che hanno dato due esiti positivi e due negativi in 24 ore. La politica della NASA sul Covid-19 è però molto severa, prevedendo l’obbligo a chiunque risulti positivo di mettersi in quarantena e isolarsi lontano dalle proprie strutture.