Vela, America's Cup 2021: Luna Rossa ci riprova

Il team Prada-Pirelli è in Nuova Zelanda col sogno di portare in Italia la "vecchia brocca"

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La Coppa America è sempre più vicina. Nella baia di Auckland in Nuova Zelanda è tutto pronto per il grande evento. Quattro i team che andranno a caccia dell’ambito trofeo, uno è italiano. Si tratta di Luna Rossa, imbarcazione targata Prada, azienda che grazie a Patrizio Bertelli investe da più di 20 anni nel mondo della vela. Al famoso marchi si è aggiunta anche la Pirelli, un grosso aiuto per sognare ancora. Gli altri team sono Ineos UK, American Magic e ovviamente i detentori di Emirates Team New Zeland che ha riportato la coppa nella baia di Auckland 17 anni dopo la sconfitta contro Alinghi.

I neozelandesi si sono ripresi il titolo nel 2017, sul campo di regata delle Bermuda, contro BMW Oracle che l’aveva strappata dalle mani degli svizzeri di Alinghi nel 2010 a Valencia, e poi difesa tre anni più tardi battendo proprio Team New Zeland. Si torna ad Auckland con tantissime novità, ma per tutti gli appassionati italiani si tratta di un grande salto nel passato che riporta alla mente le fantastiche notti tra il 1999 e il 2000 quando Luna Rossa cullò realmente il sogno di potare la coppa in Italia. Impresa che sfumò solo nell’atto finale dopo l’incredibile vittoria nella Luis Vitton Cup.

Da Azzurra a Luna Rossa - Una storia meravigliosa che vale la pena ricordare, seppur in parte, all’alba di questa nuova avventura. Patrizio Bertelli non è stato il primo italiano a sognare l’impresa. Qualche anno prima, precisamente nel 1983, a provarci fu l’Avvocato Gianni Agnelli che come armatore diede vita al team Azzurra con lo Yacht Club Costa Smeralda. Nelle acque di Newport, negli Stati Uniti, la meravigliosa barca italiana, con Cino Ricci come skipper e Mauro Pelaschiar al timone, si fermò solo alle semifinali dando l’appuntamento al 1987 per rivivere un sogno che si infranse ancora una volta. Cinque anni più tardi l’Italia si innamorò di un’altra meravigliosa imbarcazione battezzata “Il Moro di Venezia” dell’armatore Raul Gardini e dello Yacht Club Compagnia della Vela. Gardini voleva portare la “vecchia brocca” in Italia. Per riuscirci e battere gli americani di Stars and Stripes, che nel 1987 avevano “espugnato” le acque australiane, scelse un giovane skipper come Paul Cayard. L’americano portò la barca italiana a vincere la Luis Vitton Cup (torneo di qualificazione alla sfida finale dell’America’s Cup) ma si fermò al cospetto dei detentori perdendo per 4 a 1. La sfida de “Il Moro di Venezia” avvicinò in maniera incredibile gli italiani alla vela e sette anni dopo, nell’inverno del 1999, l’effetto Coppa America fece diventare il bel paese pazzo per il grande amore di Patrizio Bertelli e del team Prada: Luna Rossa. Battezzata con un nome tanto affascinante, in rappresentanza dello Yacht Club Punta Ala, divenne per qualche mese la seconda passione degli italiani dopo il calcio.

Un napoletano al comando - Al timone c’era Francesco De Angelis, il tattico era il brasiliano Torben Grael. Furono loro due, insieme ad un equipaggio pazzesco, a dare l’assalto alla Luis Vitton Cup. Avventura incredibile partita con un filotto di vittorio che entusiasmò l’Italia. Poi arrivò il momento tanto atteso, la sfida con Paul Cayard. Proprio lui che solo sette anni prima fece sognare gli italiani divenne il grande nemico al timore di American One. Fu una finale pazzesca. Cayard stuzzicava continuamente il team azzurro creando una grande attesa intorno all’evento. Lo skipper di San Francisco, faccione da attore hollywoodiano con spiccata somiglianza con Tom Selleck protagonista del telefilm Magnum P.I., rimase sorpreso dalla bravura delle coppia De Angelis-Grael. Un italiano e un brasiliano, insieme, per fare la storia, nonostante la minore esperienza. Cayard provò a tirar fuori tutti i limiti di De Angelis che rispose da campione. Del resto del timoniere azzurro dicevano che era “il più inglese dei napoletani, il più napoletano degli inglesi“. Luna Rossa partì bene ma Cayard non mollò. Sembrava quasi fatta quando l’americano si portò sul 4 a 3 ma l’orgoglio dei velisti italiani venne subito fuori. In una storica regata arrivò il 4 a 4 con l’Italia impazzita davanti alla tv a notte inoltrata. “Mamma Rai” fece un buon lavoro. La voce che narrò le regate di Luna Rossa era quella di Sandro Fioravanti che venne affiancato da Mauro Pelaschier e da Cino Ricci, con quest’ultimo spedito in mare al seguito delle due barche. Un trio che seppe emozionarsi ed emozionare raccontando quelle lunghe regate che diventarono argomento del girono nei bar, negli uffici e a scuola. Frasi come andare di bolina, prendere la boa, alzare lo spinnaker, o termini come la poppa, la prua, il pozzetto, le mure a dritta, le strambate e le orzate, divennero di dominio pubblico quasi come rigore e fuorigioco. Perché la vela è sport adatto a tutte le età e tutti, in un mondo che non aveva ancora milioni di siti internet e soprattutto i social, al mattino si affidavano al televideo per scoprire come era andata la regata notturna senza dover attendere la replica pomeridiana. Ma la finale andava vista, nessuno voleva perdersela e la Rai fece un ascolto pazzesco con oltre tre milioni di italiani a seguire l’ultima sfida in diretta. Cayard contro Luna Rossa era l’evento dell’anno. Proprio così, la competizione non era contro l’altra barca American One, ma contro Paul Cayard: da grande amore ad odiato spauracchio da battere ad ogni costo. Luna Rossa riuscì nell’impresa e il 2020 diventò l’anno più bello della vela italiana, con Francesco De Angelis primo skipper non anglosassone a giocarsi la “brocca” più ambita nel mondo della vela. La magia però fu tutta neozelandese. Il team battezzò la propria barca Black Magic e con Russel Coutts al comando difese senza affanni l’America’s Cup che rimase nella baia. Per Luna Rossa edizione comunque indimenticabile che non si ripeterà nei tentativi successivi.

Finalmente si gareggia - Adesso il team Prada-Pirelli ha una nuova occasione e con barche sempre più estreme e il ritorno ai monoscafi dopo l’epoca dei catamarani, è tornato l’entusiasmo. Dal 17 al 19 dicembre andranno in scena le “World Series”, poi il 20 la “Christmas Race”, eventi che faranno da aperitivo alla Prada Challenge di gennaio che dirà quale dei tre team sfiderà New Zeland a marzo nelle acque della baia. Bertelli ci crede, ha ragione a farlo. Portare la Coppa in Italia sarebbe un successo anche economico. Ci fosse riuscito 20 anni fa avrebbe dato una grande mano all’economia del paese, basta vedere come Valencia è stata trasformata dalla doppia edizione in cui fu scelta da Alinghi che, per qualche mese, dopo il successo nella baia di Auckland nel 2003, aveva pensato anche a Napoli, ma questa è un’altra storia. Luna Rossa regalerà altre notti tutte da vivere con nuovi personaggi a cui affezionarsi e lo stesso sogno da inseguire: portare in Italia la più ambita delle competizioni velistiche.